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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per appropriazione indebita di 56.000 euro. Il ricorso è stato giudicato generico e ripetitivo di argomenti già respinti in appello. La Corte ha confermato la sussistenza dell’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità e ha ritenuto corretta la decisione di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data l’entità della somma e la condotta dell’imputato.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta all’Appello

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non basta avere ragione nel merito: è fondamentale che l’atto rispetti precisi requisiti di forma e sostanza. Un esempio lampante ci viene offerto da una recente ordinanza della Suprema Corte, che ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per appropriazione indebita. Questa decisione sottolinea un principio cardine del nostro sistema processuale: i motivi di ricorso devono essere specifici e non una mera riproposizione di argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di giudizio precedenti.

I Fatti del Caso: Un’appropriazione da 56.000 Euro

Il caso riguarda un soggetto condannato in primo e secondo grado per il reato di appropriazione indebita. L’imputato era accusato di essersi illecitamente impossessato di una somma considerevole, pari a 56.000 euro, omettendo di restituirla al legittimo proprietario. La Corte di Appello aveva confermato la responsabilità penale, ritenendo tempestiva la querela presentata dalla parte offesa e configurato il delitto nella mancata restituzione del denaro.

I Motivi del Ricorso dell’Imputato

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Erronea applicazione della legge penale: Si contestava la tardività della querela e la stessa configurabilità del reato di appropriazione indebita.
2. Erronea applicazione delle norme sulle circostanze: Si criticava il riconoscimento dell’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità (art. 61 n. 7 c.p.), il giudizio di bilanciamento con le attenuanti generiche e la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

La Decisione della Cassazione: Un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. La decisione si fonda su principi consolidati sia in materia processuale che sostanziale.

Genericità e Ripetitività dei Motivi

Il primo motivo è stato considerato inammissibile perché i suoi argomenti erano una ‘pedissequa reiterazione’ di quelli già presentati e puntualmente respinti dalla Corte di Appello. La Cassazione ricorda che il ricorso non può essere un duplicato dell’appello, ma deve contenere una critica specifica e argomentata contro le ragioni della sentenza impugnata. In assenza di tale critica, i motivi sono solo ‘apparenti’ e non assolvono alla loro funzione.

La Valutazione dell’Aggravante e della Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha stabilito che la valutazione dell’entità del danno (56.000 euro) come ‘oggettivamente rilevante’ era corretta e rientrava nel potere discrezionale del giudice di merito. Allo stesso modo, il bilanciamento delle circostanze, conclusosi con un giudizio di equivalenza e non di prevalenza delle attenuanti, è stato ritenuto congruamente motivato e, pertanto, non sindacabile in sede di legittimità. Infine, l’esclusione della non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata giustificata non solo dall’ingente somma, ma anche dalla ‘perseveranza’ dell’imputato nel trattenere il denaro, elementi che rendono il fatto tutt’altro che tenue.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte Suprema sono chiare e dirette. Un ricorso per Cassazione è inammissibile se si limita a riproporre le stesse questioni già decise in appello senza attaccare specificamente la logica giuridica della decisione di secondo grado. Il ruolo della Cassazione non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma di controllore della corretta applicazione della legge e della coerenza logica della motivazione. Nel caso di specie, la sentenza d’appello aveva adeguatamente motivato su ogni punto: la tempestività della querela, l’integrazione del reato, la sussistenza dell’aggravante e l’impossibilità di applicare l’art. 131-bis c.p. Di fronte a una motivazione completa e logica, un ricorso generico non può che essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’importanza cruciale della specificità e della pertinenza dei motivi di ricorso per Cassazione. Non è sufficiente dissentire dalla decisione di merito; è necessario dimostrare un vizio di legge o un difetto logico manifesto nella motivazione della sentenza impugnata. La declaratoria di ricorso inammissibile non solo conferma la condanna, ma comporta anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a carico del ricorrente, a testimonianza della serietà con cui l’ordinamento guarda all’abuso dello strumento processuale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice ripetizione di quelli già dedotti e respinti dalla Corte di Appello, senza contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Come ha giustificato la Corte la presenza dell’aggravante del danno patrimoniale rilevante?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali hanno ritenuto la somma di 56.000 euro ‘oggettivamente rilevante’ ai fini dell’aggravante, a prescindere dalla consistenza patrimoniale della parte danneggiata. Questa valutazione rientra nel potere discrezionale del giudice e, se motivata, non è sindacabile in Cassazione.

Perché non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La sua applicazione è stata esclusa a causa dell’entità significativa della somma appropriata e della circostanza che l’imputato ‘ha perseverato nel ritenere le somme’. Questi elementi sono stati considerati incompatibili con la ‘tenuità’ del fatto richiesta dalla norma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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