Ricorso Inammissibile: Perché la Cassazione Non Riesamina il Merito
Presentare un ricorso in Cassazione non significa ottenere un terzo grado di giudizio dove ridiscutere i fatti. La Suprema Corte è un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare le prove. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata porti a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguenza di rendere definitiva la condanna. Analizziamo insieme questo caso per comprendere gli errori da evitare.
I Fatti di Causa
Un imprenditore, amministratore unico di una società, veniva condannato in primo e secondo grado per due distinti reati. Il primo, di natura tributaria, consisteva nella distruzione o occultamento delle scritture contabili in modo da non consentire la ricostruzione dei redditi (art. 10 del D.Lgs. 74/2000), specificamente in relazione al bilancio di un’annata fiscale risalente al 2009. Il secondo reato era quello di ricettazione (art. 648 c.p.), relativo a un passaporto equino di provenienza illecita.
Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imprenditore proponeva ricorso per Cassazione, lamentando vizi nella motivazione della sentenza che aveva confermato la sua responsabilità penale.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle accuse, ma si ferma a un livello procedurale. La conseguenza diretta è che la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello è diventata definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Il Principio della Specificità dei Motivi del Ricorso Inammissibile
La ragione fondamentale dietro la decisione della Suprema Corte risiede nella modalità con cui è stato formulato il ricorso. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati fossero una mera “pedissequa reiterazione” di quelli già esposti e respinti dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato non ha formulato una critica specifica e argomentata contro la sentenza di secondo grado, ma si è limitato a ripetere le stesse argomentazioni difensive.
La Mera Ripetizione degli Argomenti d’Appello
Il ricorso per Cassazione deve attaccare la logica giuridica della sentenza impugnata, evidenziando errori di diritto o vizi di motivazione (come la sua mancanza o manifesta illogicità). Non può essere una semplice riproposizione delle questioni di fatto già discusse. La Corte ha sottolineato che i motivi del ricorrente erano “non specifici ma soltanto apparenti”, poiché omettevano di assolvere alla tipica funzione di una critica argomentata. In sostanza, mancava un vero e proprio confronto con le ragioni addotte dalla Corte d’Appello per confermare la condanna.
La Congruità della Motivazione della Corte d’Appello
La Cassazione ha rilevato che, al contrario di quanto sostenuto dal ricorrente, la Corte d’Appello aveva motivato in modo congruo e puntuale su entrambi i capi d’accusa. Aveva spiegato chiaramente perché l’imprenditore, in qualità di amministratore unico, avrebbe dovuto predisporre le scritture contabili necessarie per il deposito del bilancio. Allo stesso modo, aveva argomentato in maniera sufficiente sulla provenienza delittuosa del documento relativo all’animale. Poiché il ricorso non era riuscito a scalfire la coerenza di queste motivazioni, è stato giudicato inammissibile.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per Cassazione è uno strumento tecnico che richiede un’elevata specificità. Non è una terza istanza di merito. La difesa non può limitarsi a riproporre le medesime doglianze, ma deve individuare e sviluppare critiche puntuali e pertinenti ai vizi di legittimità della sentenza impugnata. Un ricorso che si risolve in una mera ripetizione di argomenti già vagliati è destinato a essere dichiarato inammissibile, con la conseguenza non solo di rendere definitiva la condanna, ma anche di aggravare la posizione del condannato con ulteriori spese e sanzioni pecuniarie.
 
Perché un ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una ‘pedissequa reiterazione’, ovvero una semplice ripetizione, delle argomentazioni già dedotte e respinte nel giudizio d’appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata.
Cosa significa che i motivi di ricorso sono ‘non specifici ma soltanto apparenti’?
Significa che, pur essendo formalmente esposti, i motivi non adempiono alla loro funzione essenziale, che è quella di criticare in modo ragionato la decisione del giudice precedente. Si limitano a riproporre le stesse difese senza confrontarsi con le motivazioni specifiche fornite nella sentenza d’appello.
Qual è la conseguenza di un ricorso dichiarato inammissibile?
La conseguenza principale è che la sentenza di condanna impugnata diventa definitiva e non può più essere messa in discussione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3883 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 3883  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a MILANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 24/03/2023 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
CONSIDERATO IN FATTO E DIRITTO
letto il ricorso di NOME COGNOME, ritenuto che i due motivi di ricorso, con i quali si deducono vizi della sentenza impugnata in ordine all’affermazione di responsabilità per i reati di cui all’artt. 10 D. Lgs. 74/00 e 648 pen., sono formulati in termini non consentiti in questa sede perché articolati sulla base doglianze che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelle già dedotte in appello puntualmente disattese dalla corte di merito con le puntuali osservazioni svolte ai punti 4.1 4.2 della motivazione, dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, i quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso; la Corte, infatti, ha congruamente motivato sia in merito alle ragioni pe quali il COGNOMECOGNOME titolare ed amministratore unico della società, doveva aver predisposto dell scritture contabili che gli avevano consentito di depositare il bilancio per l’esercizio rel all’anno 2009; ha inoltre argomentato circa la provenienza delittuosa del passaporto equino oggetto del capo B) della rubrica;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 5/12/2023
Il Consigliere Estesore