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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa. L’uomo aveva finto di poter aiutare una donna a ottenere un finanziamento, facendosi consegnare 1.800 euro come anticipo per poi sparire. La Suprema Corte ha respinto tutti i motivi di appello, considerandoli manifestamente infondati o mere ripetizioni di argomentazioni già respinte, confermando così la condanna e la valutazione dei fatti operata dai giudici di merito. Il ricorso inammissibile ha comportato anche la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude le Porte all’Appello

Quando un processo giunge al suo ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le regole diventano più stringenti. Un ricorso inammissibile è una delle possibili conclusioni, un esito che blocca sul nascere ogni tentativo di rimettere in discussione la sentenza. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come e perché un ricorso venga dichiarato tale, confermando una condanna per truffa e delineando i confini del giudizio di legittimità.

I Fatti: Una Falsa Promessa di Finanziamento

Il caso riguarda un uomo condannato per truffa ai danni di una donna. L’imputato si era falsamente offerto di aiutarla a ottenere un finanziamento, sfruttando le sue presunte conoscenze. Per avviare la pratica, le aveva chiesto un anticipo di 1.800 euro in contanti. Una volta incassata la somma, l’uomo aveva interrotto ogni contatto, senza fornire il servizio promesso né una spiegazione plausibile. Aveva persino simulato una restituzione tramite un bonifico bancario mai effettuato. La vittima, che aveva ottenuto i soldi in prestito da parenti e amici, si è trovata senza finanziamento e con un debito da onorare.

I Motivi del Ricorso: Un Tentativo di Ribaltare la Condanna

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su sei diversi motivi, che spaziavano da presunti vizi procedurali a contestazioni sulla valutazione delle prove e sulla quantificazione del danno.
In sintesi, la difesa ha sostenuto:
1. Un errore nella celebrazione del giudizio di primo grado.
2. La tardività della querela e la mancanza di legittimazione della vittima a sporgerla, poiché i soldi non erano suoi.
3. L’errata valutazione delle prove che avevano portato alla dichiarazione di colpevolezza.
4. La mancata concessione delle attenuanti generiche.
5. L’erroneità delle statuizioni civili, ovvero la condanna al risarcimento del danno.

L’analisi della Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato ciascun motivo, giungendo a una conclusione netta: il ricorso è interamente inammissibile. Vediamo perché.

La Questione Procedurale e la Querela

I primi motivi sono stati liquidati rapidamente. La Corte ha verificato dagli atti processuali che non vi era stato alcun errore procedurale. Le obiezioni sulla querela sono state giudicate una sterile ripetizione di argomenti già respinti in appello. I giudici hanno chiarito che la persona offesa è colei che subisce la diminuzione patrimoniale, a prescindere dalla provenienza del denaro. La vittima, avendo consegnato i 1.800 euro e impegnandosi a restituirli, era l’unica titolare del diritto di querela.

La Ricostruzione dei Fatti e il Ruolo della Cassazione

Il cuore della decisione riguarda il quarto motivo, quello sulla colpevolezza. Qui la Corte ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove (una ‘rilettura’ dei fatti), ma solo controllare la logicità e la correttezza giuridica della motivazione della sentenza impugnata. Poiché la Corte d’Appello aveva spiegato in modo esauriente e logico perché l’imputato fosse colpevole, basandosi su elementi chiari (la falsa promessa, l’incasso del denaro, la sparizione e la finta restituzione), ogni tentativo di rimettere in discussione questa ricostruzione è stato ritenuto inammissibile.

Le Attenuanti Generiche e le Statuizioni Civili

Anche gli ultimi motivi sono stati respinti. La Corte ha stabilito che la motivazione del diniego delle attenuanti generiche era adeguata. Allo stesso modo, la liquidazione del danno civile è stata ritenuta corretta, in quanto basata su parametri equi e sull’attività difensiva svolta dalla parte civile nel giudizio di merito.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano o manifestamente infondati o non specifici. Invece di sollevare una critica argomentata e pertinente contro la decisione della Corte d’Appello, il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse difese già esaminate e respinte, oppure ha chiesto una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. Questo comportamento processuale porta a una declaratoria di inammissibilità, che impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un monito importante: il ricorso in Cassazione deve essere fondato su vizi di legittimità (violazione di legge o vizi logici della motivazione) e non può diventare un pretesto per tentare di ottenere un terzo giudizio sui fatti. La specificità dei motivi è un requisito essenziale. Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per l’imputato, ma comporta anche conseguenze economiche, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono manifestamente infondati, si limitano a ripetere argomenti già respinti nei gradi precedenti senza una critica specifica alla sentenza impugnata, oppure mirano a ottenere una nuova valutazione dei fatti, che è di competenza esclusiva dei giudici di merito.

Chi ha il diritto di sporgere querela per truffa?
Il diritto di sporgere querela per truffa spetta alla persona che ha subito la diminuzione patrimoniale diretta a causa dell’azione delittuosa. È irrilevante che il denaro consegnato al truffatore fosse stato preso in prestito, poiché l’obbligo di restituzione grava comunque sulla vittima.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare o rivalutare i fatti. Il suo ruolo è quello di giudice di legittimità, il che significa che deve limitarsi a verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito delle prove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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