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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza di condanna per resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si basa sulla manifesta infondatezza dei motivi, poiché la Corte d’Appello aveva motivato in modo logico e coerente la responsabilità penale, la violenza usata e la recidiva. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna per Resistenza

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un caso di ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. Questa decisione sottolinea l’importanza di presentare motivi di ricorso fondati e specifici, evidenziando come censure generiche o manifestamente infondate portino a una pronuncia di inammissibilità e a ulteriori conseguenze economiche per il ricorrente. L’analisi della Corte si concentra sulla logicità e coerenza della motivazione della sentenza impugnata, confermandone la validità.

I Fatti del Processo

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Napoli con sentenza del 9 ottobre 2023 per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, ha proposto ricorso per Cassazione. L’imputato contestava la decisione dei giudici di merito, sollevando dubbi sulla sua responsabilità penale, sulla congruità della pena inflitta e sulla configurabilità dell’aggravante della recidiva.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, dopo aver esaminato gli atti e i motivi del ricorso, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale esito non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla validità dei motivi di impugnazione. La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista per scoraggiare ricorsi pretestuosi.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su argomentazioni precise e tecniche, che confermano la correttezza dell’operato della Corte territoriale.

Manifesta Infondatezza dei Motivi

Il nucleo della decisione risiede nella valutazione dei motivi di ricorso come “manifestamente infondati”. La Corte ha ritenuto che le censure mosse dal ricorrente alla sentenza di condanna fossero palesemente prive di pregio giuridico. Non sono state individuate violazioni di legge o vizi logici nella decisione della Corte d’Appello tali da giustificare un annullamento della stessa.

Coerenza della Motivazione della Corte d’Appello

La Cassazione ha evidenziato come la Corte territoriale avesse motivato la sua decisione in modo “logico, coerente e puntuale”. In particolare, la sentenza d’appello aveva adeguatamente argomentato su punti cruciali contestati dal ricorrente:

* Sussistenza della violenza: La Corte d’Appello aveva spiegato in modo convincente perché la condotta dell’imputato integrasse una forma di violenza idonea a configurare il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
* Trattamento sanzionatorio: Anche la pena inflitta era stata giustificata in base a criteri di congruità, tenendo conto delle specificità del caso.
* Recidiva: La configurabilità della recidiva era stata correttamente motivata, senza vizi logici o giuridici.

Poiché la motivazione della sentenza impugnata risultava completa e priva di difetti, le censure del ricorrente si sono risolte in un tentativo, non consentito in sede di legittimità, di ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti, già compiuta dai giudici di merito.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Quando una sentenza di appello è ben motivata e immune da vizi, un ricorso basato su censure generiche o manifestamente infondate è destinato a essere dichiarato inammissibile. La decisione ha implicazioni pratiche significative: oltre alla conferma definitiva della condanna, il ricorrente subisce un’ulteriore sanzione pecuniaria, a testimonianza della necessità di adire la Suprema Corte solo con motivi seri e fondati.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti sono stati ritenuti manifestamente infondati.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla motivazione della sentenza d’appello?
La Corte ha stabilito che la motivazione della Corte d’Appello era logica, coerente e puntuale sia sulla responsabilità penale e sulla sussistenza del reato, sia sulla congruità della pena e sulla configurabilità della recidiva.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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