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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per minaccia a pubblico ufficiale. Il ricorso è stato giudicato generico sia nella critica alla valutazione delle prove sia nella richiesta di attenuanti, portando alla conferma della sentenza impugnata e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando le Motivazioni Generiche Portano alla Conferma della Condanna

Quando si impugna una sentenza, la forma è sostanza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione lo dimostra chiaramente, dichiarando un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: un ricorso, per essere esaminato nel merito, deve contenere una critica specifica e puntuale alla decisione impugnata, non una mera riproposizione delle proprie tesi.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato una condanna in primo grado. L’imputato era stato ritenuto colpevole di un reato previsto dall’art. 336 del codice penale, verosimilmente per aver proferito frasi minatorie nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.

Il ricorrente basava la sua impugnazione su due motivi principali:
1. Una presunta errata valutazione del compendio probatorio da parte dei giudici di merito, che avrebbero male interpretato la natura delle frasi pronunciate.
2. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, ritenuta ingiusta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Vediamo nel dettaglio le motivazioni dietro questa netta decisione.

Le Motivazioni

La Corte ha analizzato separatamente i due motivi di ricorso, riscontrando in entrambi una carenza fondamentale che ne ha precluso l’esame nel merito.

L’Inammissibilità del Ricorso per Genericità dei Motivi

Con riferimento al primo punto, la Cassazione ha evidenziato come il ricorrente si fosse limitato a “evocare la violazione dell’art. 336 cod. pen.” senza però condurre una “puntuale disamina critica” della valutazione fatta dai giudici d’appello. In altre parole, l’atto di ricorso non contestava specificamente il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata, ma si risolveva in una generica lamentela.

I giudici di legittimità hanno ribadito che la Corte d’Appello aveva fondato la propria decisione su una valutazione critica delle dichiarazioni dei verbalizzanti, ritenendo accertata la “valenza intrinsecamente minatoria” delle frasi, collegate proprio al compimento di un atto d’ufficio. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta quando l’impugnazione non si confronta in modo specifico con queste argomentazioni.

Il Rigetto della Richiesta di Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato e generico. La Corte ha sottolineato che la sentenza di primo grado, formando un “unicum” con quella d’appello, aveva già spiegato in modo esauriente le ragioni del diniego delle attenuanti. I giudici di merito avevano infatti evidenziato la “gravità della condotta” e “l’assenza di elementi positivi di valutazione” a favore dell’imputato. Il ricorso non ha mosso alcuna critica specifica a questa motivazione, limitandosi a riproporre la richiesta.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito pratico: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’elevata specializzazione e precisione. Non è sufficiente manifestare il proprio dissenso rispetto a una sentenza; è necessario smontare analiticamente il percorso motivazionale del giudice, evidenziandone vizi logici o errori di diritto. Un’impugnazione generica, che non si confronta con le ragioni della decisione, è destinata a essere dichiarata inammissibile, con l’effetto di rendere definitiva la condanna e di aggiungere un ulteriore onere economico per il ricorrente. La specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché i motivi presentati erano generici. L’appellante non ha fornito una critica puntuale e specifica della valutazione delle prove fatta dai giudici di appello, limitandosi a lamentare la violazione di legge in modo astratto.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla richiesta di attenuanti generiche?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non concedere le attenuanti generiche, poiché la sentenza impugnata aveva già adeguatamente motivato tale diniego sulla base della gravità della condotta e dell’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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