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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per detenzione di stupefacenti. L’appello è stato rigettato in quanto mera ripetizione di argomenti già valutati e respinti in appello, senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione è Destinato a Fallire

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa non solo portare alla conferma di una condanna, ma anche a ulteriori conseguenze economiche per l’imputato. Analizziamo questa ordinanza per comprendere i requisiti di un ricorso efficace e gli errori da evitare per non vederlo respinto prima ancora di essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Trapani e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato era stato giudicato colpevole del reato di detenzione illecita di 158,8 grammi di marijuana, un reato previsto dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990).

Non rassegnandosi alla decisione di secondo grado, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, tentando di contestare l’affermazione della responsabilità penale del suo assistito.

L’Analisi della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, tuttavia, ha stroncato sul nascere le argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. Il motivo principale di questa decisione risiede nella natura stessa dei motivi presentati. I giudici hanno rilevato che le censure mosse alla sentenza d’appello non erano altro che una semplice riproposizione dei temi già introdotti con il precedente atto di gravame.

In altre parole, la difesa si è limitata a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con le specifiche ragioni che avevano portato i giudici di secondo grado a confermare la condanna. Questo approccio è stato considerato processualmente scorretto e insufficiente per giustificare un esame nel merito da parte della Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio consolidato nella giurisprudenza, richiamando espressamente una sentenza delle Sezioni Unite (la n. 8825/2017, Galtelli). Secondo tale orientamento, i motivi di ricorso per cassazione devono possedere un grado di specificità tale da consentire l’immediata individuazione delle questioni da risolvere. Non basta lamentare genericamente un’ingiustizia, ma è necessario criticare in modo puntuale e argomentato la decisione impugnata.

Quando un ricorso si limita a reiterare le stesse doglianze già esaminate e rigettate nel grado precedente, senza attaccare la coerenza e la logicità della motivazione della sentenza d’appello, esso perde la sua funzione e diventa, di fatto, inammissibile. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una risposta congrua, non contraddittoria e coerente con le prove, e il ricorso non è riuscito a scalfire la validità di tale ragionamento.

Le Conclusioni: Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette e significative per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è divenuta definitiva. In secondo luogo, conformemente alla prassi, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La vicenda sottolinea l’importanza di formulare ricorsi tecnicamente validi, che si confrontino seriamente con le motivazioni della sentenza impugnata, pena la loro immediata reiezione con aggravio di spese.

Cosa succede quando un ricorso per cassazione è dichiarato inammissibile?
L’impugnazione non viene esaminata nel merito, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Perché un ricorso può essere considerato una semplice ripetizione dei motivi di appello?
Perché non si confronta criticamente con le argomentazioni della sentenza che sta impugnando, ma si limita a riproporre le stesse questioni già presentate e respinte nel grado di giudizio precedente, senza evidenziare vizi logici o giuridici nella decisione del giudice d’appello.

Qual è la conseguenza economica per chi presenta un ricorso inammissibile?
Secondo questa ordinanza, oltre al pagamento delle spese del procedimento, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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