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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per una violazione del Codice della Strada. La decisione si basa sulla manifesta infondatezza e sull’irrilevanza dei motivi di appello, che tentavano di rimettere in discussione la valutazione dei fatti, compito esclusivo dei giudici di merito. La Corte ha inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche a causa dei precedenti penali e della recidiva dell’imputato, condannandolo al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, delineando i confini invalicabili del giudizio di legittimità della Corte di Cassazione. Il caso riguarda un individuo condannato per violazioni al Codice della Strada che, appellandosi alla Suprema Corte, ha visto le sue doglianze respinte senza un esame nel merito. Analizziamo le ragioni di questa decisione.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado e in appello per un reato previsto dall’articolo 117 del Codice della Strada. Non rassegnato alla decisione della Corte d’Appello di Palermo, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi al suo difensore per articolare tre distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la Dichiarazione di Inammissibilità

Il ricorrente basava il suo appello su tre presunti vizi della sentenza impugnata:

1. Erronea applicazione della legge penale: Si lamentava un’errata applicazione di diverse norme, tra cui l’art. 116 del Codice della Strada e l’art. 521 del codice di procedura penale.
2. Secondo motivo irrilevante: Veniva contestata l’applicazione dell’art. 187, comma 8, del Codice della Strada, unitamente a vizi di motivazione.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si contestava l’erronea applicazione degli articoli 62-bis del codice penale e 581 del codice di procedura penale, lamentando una motivazione carente e illogica sul punto.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto che nessuno di questi motivi fosse meritevole di accoglimento, dichiarando il ricorso inammissibile nella sua interezza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, la Corte ha ribadito che le sentenze di merito erano sorrette da un solido apparato argomentativo, in particolare riguardo alla responsabilità dell’imputato e alla sua recidiva nel biennio.

Analizzando i singoli motivi, la Corte ha osservato:

– Il primo motivo celava, dietro l’apparente denuncia di un vizio di legittimità, un tentativo di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove. Questa attività, però, è di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere riesaminata in sede di Cassazione, la quale si limita a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

– Il secondo motivo è stato giudicato del tutto inconferente, poiché si riferiva a una fattispecie di reato non oggetto della contestazione nel processo in questione.

– Anche il terzo motivo, relativo al diniego delle attenuanti generiche, è stato ritenuto infondato. La Corte ha evidenziato come la decisione dei giudici di merito fosse ampiamente giustificata. Il diniego del beneficio era infatti sostenuto da un apparato argomentativo coerente, che poneva in luce la personalità negativa dell’imputato, gravato da numerosi precedenti penali. Questo elemento, unito alla recidiva, rendeva la decisione di non concedere le attenuanti del tutto legittima e correttamente motivata.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione riafferma un principio cardine: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto. I ricorsi devono sollevare questioni di pura legittimità, ossia relative a violazioni di legge o a vizi logici manifesti della motivazione, senza tentare di ottenere una nuova valutazione del materiale probatorio. Quando i motivi sono generici, irrilevanti o mirano a una revisione del merito, l’esito non può che essere una declaratoria di inammissibilità.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre cose, i motivi proposti non riguardano vizi di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge), ma tentano di ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, oppure quando sono manifestamente infondati o si riferiscono a reati non contestati.

Perché sono state negate le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche sono state negate perché la Corte di merito ha valutato negativamente la personalità dell’imputato, tenendo conto dei suoi numerosi precedenti penali e della sua recidiva. Questa motivazione è stata ritenuta logica e sufficiente dalla Cassazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la fine del processo, rendendo definitiva la condanna stabilita dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso non ammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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