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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da tre imputate, condannate nei primi due gradi di giudizio per un reato connesso al possesso di pneumatici di provenienza furtiva. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso, incentrati su una presunta illogicità della motivazione e su una rivalutazione delle prove, non rientrano nei limiti del giudizio di legittimità. La sentenza sottolinea che, in presenza di una ‘doppia conforme’, il ricorso inammissibile non può limitarsi a proporre una lettura alternativa dei fatti, ma deve dimostrare un palese vizio logico o un travisamento della prova, cosa non avvenuta nel caso di specie.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: I Limiti del Giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23517 del 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da tre imputate, confermando la loro condanna per un reato legato al possesso di beni di provenienza illecita. Questa decisione offre un importante chiarimento sui limiti del sindacato di legittimità, ribadendo che la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di tre donne, emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. Le imputate erano state ritenute responsabili per il possesso di un ingente quantitativo di pneumatici, risultati essere di provenienza furtiva. La merce era stata rinvenuta in parte nelle pertinenze delle loro abitazioni e in parte montata su veicoli nella loro disponibilità, all’interno di un campo nomadi.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa delle imputate ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Vizio di motivazione: Si contestava la carenza e la manifesta illogicità della motivazione riguardo alla sussistenza dei fatti e alla loro attribuibilità alle imputate. La difesa sosteneva che non vi fosse prova certa della provenienza furtiva dei pneumatici e che il possesso non fosse esclusivo, trovandosi i beni in aree comuni.
2. Errata applicazione della recidiva: Per due delle imputate, si contestava l’applicazione dell’aggravante della recidiva, ritenendo che fosse stata motivata unicamente sulla base dei precedenti penali, senza una reale valutazione della maggiore pericolosità sociale.
3. Rigetto della pena sostitutiva: Si lamentava l’illogicità della motivazione con cui era stata negata la sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria, in contrasto con la ratio della Riforma Cartabia che vede la detenzione come extrema ratio.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi di un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi, dichiarando il ricorso nel suo complesso inammissibile. L’analisi della Corte è fondamentale per comprendere la funzione del giudizio di legittimità.

La non rivalutazione del merito

Il primo e più sostanzioso motivo è stato considerato una mera doglianza di fatto. La Corte ha spiegato che, in presenza di una “doppia conforme” (decisione identica in primo e secondo grado), il ricorrente non può limitarsi a proporre una lettura alternativa delle prove. Il compito della Cassazione non è decidere quale ricostruzione sia più plausibile, ma verificare se la motivazione dei giudici di merito sia logicamente coerente e non basata su prove inesistenti o travisate. In questo caso, i giudici di merito avevano congruamente motivato sia sulla provenienza furtiva (etichette, inventari), sia sulla disponibilità dei beni in capo alle imputate, rendendo le critiche della difesa un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo giudizio sui fatti.

La genericità dei motivi di ricorso

Il secondo motivo, relativo alla recidiva, è stato giudicato generico. La difesa si era limitata a un’asserzione, senza argomentare specificamente perché la valutazione della Corte d’Appello fosse errata. La Cassazione ha ricordato che un motivo di ricorso deve essere una critica puntuale e argomentata della decisione impugnata. In questo caso, la maggiore pericolosità era stata desunta implicitamente dalla gravità della condotta e dalla personalità negativa delle imputate, una motivazione ritenuta sufficiente.

La valutazione discrezionale del giudice sulla pena

Infine, anche il terzo motivo è stato ritenuto infondato. La Corte ha stabilito che la decisione di non concedere la pena sostitutiva era basata su una valutazione concreta e non illogica della “pervicacia nel delinquere” delle imputate. I giudici di merito avevano ritenuto che le condannate non offrissero garanzie sufficienti per il rispetto di una pena alternativa, giudicandola inidonea a salvaguardare le esigenze di tutela della collettività. Si tratta di una valutazione discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, è sorretta da una motivazione congrua, seppur sintetica.

Conclusioni: L’Insegnamento della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza per riesaminare i fatti. Per ottenere l’annullamento di una condanna, non basta sostenere che le prove potessero essere interpretate diversamente. È necessario, invece, dimostrare un vizio giuridico preciso: un’errata applicazione della legge o una motivazione palesemente illogica, contraddittoria o basata su un travisamento della prova. La pronuncia di ricorso inammissibile serve a sanzionare le impugnazioni che non rispettano questi stringenti requisiti, preservando la funzione nomofilattica della Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza riesaminare le prove?
Perché la Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione. Dato che due corti avevano già raggiunto la stessa conclusione (“doppia conforme”), il ricorso è stato respinto perché proponeva solo una lettura alternativa delle prove, non un vizio di legittimità.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che il motivo si limita a una critica generale e assertiva della sentenza, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni del giudice e senza indicare in modo puntuale quale sia stato l’errore di diritto o il vizio logico commesso. Un motivo generico non adempie alla funzione di critica argomentata richiesta dalla legge.

Può un giudice negare la sostituzione della pena detentiva con una pecuniaria?
Sì, il giudice può negarla se, sulla base di una valutazione concreta del caso, ritiene che l’imputato non offra garanzie sufficienti per il rispetto delle prescrizioni legate alla pena sostitutiva. In questa sentenza, la decisione è stata basata sulla “pervicacia nel delinquere” e sulla personalità negativa delle imputate, ritenendo la pena sostitutiva inidonea a tutelare la collettività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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