Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta
L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi precedenti, senza sollevare reali vizi di legge, la Suprema Corte non può fare altro che dichiararne, appunto, l’inammissibilità, con importanti conseguenze per il ricorrente.
I Fatti alla Base della Decisione
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo, emessa nel gennaio 2024. Il ricorrente contestava la decisione dei giudici di merito in relazione a una qualificazione giuridica di un fatto (ricondotto a un’ipotesi di reato di lieve entità in materia di stupefacenti) e alla legittimità della detenzione. L’appello, tuttavia, non ha superato il vaglio della Suprema Corte.
La Valutazione sul Ricorso Inammissibile della Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso inammissibile non poteva essere accolto perché i motivi presentati non erano consentiti in sede di legittimità. Invece di evidenziare errori nell’applicazione della legge da parte dei giudici d’appello, il ricorso si limitava a riproporre profili di censura già ampiamente esaminati e respinti.
La Ripetitività dei Motivi come Causa di Inammissibilità
I giudici hanno sottolineato come le argomentazioni della Corte d’Appello fossero giuridicamente corrette, puntuali e coerenti. Le doglianze difensive erano state già disattese con motivazioni logiche e prive di incongruenze. Questo valeva sia per la qualificazione del reato, già correttamente inquadrato dal primo giudice nell’ipotesi del comma 5 dell’art. 73 del Testo Unico Stupefacenti, sia per le questioni relative alla detenzione.
Le Conseguenze Economiche Previste dalla Legge
L’inammissibilità del ricorso comporta l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Di conseguenza, la Corte non solo ha dichiarato inammissibile l’impugnazione, ma ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Corte
La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può riesaminare i fatti e le prove come se fosse un terzo grado di giudizio. Il suo compito è verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Nel caso di specie, il ricorso è stato giudicato meramente riproduttivo e non ha prospettato vizi di legittimità reali, ma solo un dissenso rispetto alla valutazione dei fatti già operata, motivo per cui è stato dichiarato inammissibile.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione pratica: un ricorso per Cassazione deve essere preparato con estrema attenzione, concentrandosi esclusivamente sui vizi di legittimità della sentenza impugnata (come l’errata interpretazione di una norma o un vizio di motivazione). Presentare un ricorso inammissibile, che si limita a ripetere le stesse difese già respinte, non solo è inutile ai fini di un esito favorevole, ma espone il ricorrente a sanzioni economiche certe. È una chiara indicazione della necessità di una strategia difensiva mirata e tecnicamente fondata per accedere al giudizio della Suprema Corte.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano una semplice riproposizione di argomenti già adeguatamente esaminati e respinti dai giudici dei precedenti gradi di giudizio, senza sollevare reali vizi di legittimità.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro, in questo caso fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti del processo?
No, la decisione conferma che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo ruolo non è riesaminare i fatti, ma verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze dei giudici di grado inferiore.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 47394 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 47394 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 31/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PALERMO il 07/09/1983
avverso la sentenza del 17/01/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME; –
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe; esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti da legge in sede di legittimità in quanto meramente riproduttivi di profili di censura adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corretti puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emergen acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche sia in relazione alla qualificazion del fatto (già ricondotta dal primo giudice alla ipotesi del comma 5 dell’ad 73 TUS alla l itct dell’inequivoco portato della pena irrogata), sia in ordine alla /111=Z della detenzione ( si ve punto 2.2.2. della decisione gravata);
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 31 ottobre 2024.