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Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello. Il caso, originato da una condanna per guida in stato di ebbrezza, sottolinea l’importanza di formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, pena l’inammissibilità e la condanna alle spese.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Perché Ripetere i Motivi d’Appello è un Errore Fatale

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima spiaggia per chi cerca di ribaltare una condanna. Tuttavia, è un percorso pieno di insidie procedurali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci ricorda una delle regole fondamentali: un ricorso che si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello è destinato a essere dichiarato un ricorso inammissibile. Analizziamo questa decisione per capire perché la critica argomentata è essenziale in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna per guida in stato di ebbrezza, ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada. L’imputato era stato condannato in primo grado a una pena di otto mesi di arresto e 3.000 euro di ammenda. La Corte d’Appello aveva confermato integralmente la sentenza.
Contro la decisione di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. La presunta mancanza di prove certe sul suo stato di ebbrezza.
2. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso e, senza entrare nel merito della questione, lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non significa che la Corte abbia dato ragione o torto all’imputato sui fatti, ma semplicemente che il ricorso non possedeva i requisiti formali per essere giudicato. La conseguenza diretta è stata non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e un’ulteriore somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, basandosi su principi consolidati della procedura penale.

La Funzione dell’Impugnazione e la Critica Specifica

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile perché non faceva altro che riproporre le medesime critiche già sollevate con l’atto di appello. La Cassazione ha ribadito che la funzione tipica di un’impugnazione è quella di svolgere una critica argomentata e specifica contro il provvedimento che si contesta. Non è sufficiente ripetere le proprie ragioni; è necessario confrontarsi punto per punto con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziando dove e perché il giudice precedente avrebbe sbagliato nell’applicare la legge o nel ragionare sui fatti.
Un ricorso che ignora la motivazione della Corte d’Appello e si limita a una sterile ripetizione è, per definizione, un ricorso inammissibile perché manca della sua funzione essenziale.

La Manifesta Infondatezza del Motivo sulle Attenuanti

Anche il secondo motivo, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato dichiarato inammissibile, ma per manifesta infondatezza. La Corte ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente per negare il beneficio. La valutazione sulla concessione delle attenuanti generiche è un giudizio di merito che, se adeguatamente motivato e privo di vizi logici, non può essere sindacato in sede di legittimità dalla Cassazione. Tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti su questo punto è un’operazione non consentita in Cassazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per chiunque si approcci al giudizio di cassazione. L’atto di ricorso non può essere una semplice fotocopia dell’appello. Deve essere un lavoro sartoriale, cucito sulle specifiche argomentazioni della sentenza di secondo grado. È indispensabile analizzare in profondità la decisione impugnata e costruire una critica mirata, che evidenzi errori di diritto o vizi logici manifesti. In caso contrario, il rischio concreto è quello di incappare in una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento di ulteriori somme e la fine di ogni speranza di riforma della sentenza.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si limita a ripetere i motivi già presentati in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’impugnazione deve contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata, non una mera riproposizione di doglianze già esaminate e respinte.

La Corte di Cassazione può riesaminare la decisione di un giudice di non concedere le attenuanti generiche?
No, non se la decisione del giudice di merito (come la Corte d’Appello) è supportata da una motivazione logica, coerente e priva di vizi. La valutazione sulla concessione delle attenuanti è un giudizio di fatto, non di legittimità, e quindi non è sindacabile dalla Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre alla conferma definitiva della condanna, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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