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Ricorso inammissibile: la Cassazione boccia la copia

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5748/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi addotti erano una mera riproposizione di quelli già esaminati e respinti in appello. La Corte ha evidenziato che l’impugnazione deve contenere una critica argomentata contro la sentenza di secondo grado e non una semplice rilettura dei fatti. In questo caso, relativo a un presunto illecito penale, si è confermato che la condotta non era un atto isolato ma l’epilogo di un complesso meccanismo ingannatorio, rendendo l’appello privo di fondamento.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Boccia la Semplice Ripetizione dei Motivi d’Appello

Presentare un ricorso in Cassazione richiede più di una semplice insistenza sui propri punti. È necessario articolare una critica precisa e argomentata contro la decisione che si intende impugnare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce perché un ricorso inammissibile, che si limita a ripetere le doglianze già sollevate in appello, è destinato a fallire. Questo principio è fondamentale per comprendere la funzione del giudizio di legittimità e le sue rigide regole.

I Fatti del Caso: Oltre la Semplice Emissione di un Assegno

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato era stato condannato per reati contro il patrimonio, legati all’applicazione degli articoli 640 (truffa) e 641 (insolvenza fraudolenta) del codice penale. La difesa del ricorrente sosteneva un’erronea applicazione della legge penale, basando le proprie argomentazioni su una rilettura del compendio istruttorio.

Tuttavia, già la Corte d’Appello aveva specificato, con una motivazione congrua, che la condotta illecita non si esauriva nella semplice dazione di un assegno. Al contrario, tale atto rappresentava solo l’epilogo di un “complesso meccanismo ingannatorio” architettato per trarre in inganno la controparte.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La Mancanza di una Critica Argomentata

Il ricorrente, secondo la Corte, non ha assolto alla “tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso”. Invece di contestare specificamente le ragioni della Corte d’Appello, si è limitato a una “pedissequa reiterazione” dei motivi già dedotti nel precedente grado di giudizio. Questo comportamento processuale svuota il ricorso della sua funzione essenziale, trasformandolo in una mera riproposizione di argomenti già vagliati e motivatamente respinti.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso viene Dichiarato Inammissibile?

La motivazione della Corte è chiara e didascalica. Un ricorso è considerato inammissibile quando non si confronta criticamente con la sentenza che impugna. La Corte d’Appello aveva puntualmente disatteso le argomentazioni della difesa, spiegando perché la condotta dell’imputato rientrasse in un più ampio schema fraudolento. Ignorare questa motivazione e riproporre le stesse tesi equivale a non formulare un valido motivo di ricorso. Il ruolo della Cassazione non è riesaminare i fatti, ma verificare che la Corte di merito abbia applicato correttamente il diritto e abbia motivato la sua decisione in modo logico e coerente. La semplice reiterazione degli argomenti precedenti dimostra l’incapacità del ricorso di individuare vizi di legittimità nella sentenza impugnata, portando inevitabilmente alla sua inammissibilità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È fondamentale che l’atto di impugnazione sia strutturato come una critica puntuale e specifica alla sentenza di secondo grado. Non basta essere convinti delle proprie ragioni; è necessario dimostrare dove e perché i giudici d’appello hanno errato nell’applicare la legge o nel motivare la loro decisione. Un ricorso che ignora questo onere argomentativo si espone al concreto rischio di essere dichiarato ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, chiudendo definitivamente la vicenda processuale.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando si limita a ripetere i motivi già presentati in appello, senza formulare una critica argomentata e specifica contro le motivazioni della sentenza impugnata.

È sufficiente riproporre gli stessi motivi dell’appello per un valido ricorso in Cassazione?
No, non è sufficiente. La Cassazione ha stabilito che la “pedissequa reiterazione” dei motivi già dedotti in appello non assolve alla funzione tipica del ricorso, che deve invece contenere una critica puntuale alla decisione di secondo grado.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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