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Ricorso inammissibile in Cassazione per genericità

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per falsa testimonianza. Il motivo è che l’appello era generico, ripetitivo e mirava a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione è l’ultima fase del processo penale, ma non è una garanzia di revisione del caso. Un’ordinanza recente ci mostra come un ricorso inammissibile possa porre fine alle speranze di un imputato, confermando la condanna e aggiungendo ulteriori sanzioni. Analizziamo un caso concreto di condanna per falsa testimonianza per capire i rigorosi paletti imposti dalla Suprema Corte.

Il Caso in Analisi: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il punto di partenza è una sentenza di condanna emessa da una Corte d’Appello per il reato di falsa testimonianza, previsto dall’articolo 372 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione, ha deciso di proporre ricorso in Cassazione, contestando il giudizio sulla sua responsabilità penale e, in particolare, la sussistenza del dolo, ovvero l’intenzione di commettere il reato.

I Motivi del Ricorso Inammissibile: Genericità e Ripetitività

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto il ricorso presentato del tutto inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità. La decisione si fonda su due pilastri critici che ogni avvocato dovrebbe tenere a mente nella redazione di un ricorso di legittimità. I motivi sono stati giudicati inammissibili perché, secondo la Corte, erano:

1. Meramente Riproduttivi: L’atto si limitava a riproporre le stesse censure e argomentazioni già presentate e adeguatamente valutate dai giudici nei precedenti gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello). Non introduceva nuovi profili di violazione di legge.
2. Volti a una Nuova Valutazione dei Fatti: Il ricorrente, di fatto, chiedeva alla Cassazione di riesaminare le prove e di ricostruire diversamente la vicenda. Questo è un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (primo e secondo grado). La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, il cui ruolo è verificare la corretta applicazione della legge, non rifare il processo.
3. Generici: Il ricorso non si confrontava specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Invece di contestare punto per punto la logica giuridica della Corte d’Appello, si limitava a contrapporre una propria versione dei fatti, rendendo il motivo vago e inefficace.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nelle sue motivazioni, la Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio. Non si può utilizzare questo strumento per sollecitare una “diversa valutazione delle prove” o una “diversa ricostruzione dei fatti”. Quando un ricorso si limita a fare questo, senza evidenziare vizi logici manifesti o violazioni di legge nella sentenza impugnata, viene inevitabilmente dichiarato un ricorso inammissibile. La Corte ha sottolineato la genericità dell’atto rispetto alla motivazione della sentenza d’appello, evidenziando come il ricorrente non avesse adeguatamente criticato il percorso logico-giuridico che aveva portato alla sua condanna.

Le Conclusioni: Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto conseguenze pesanti per il ricorrente. La Corte di Cassazione non solo ha reso definitiva la condanna per falsa testimonianza, ma ha anche condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve da monito: un ricorso in Cassazione deve essere tecnicamente impeccabile, focalizzato su questioni di diritto e non su una sterile riproposizione di argomenti fattuali già esaminati. In caso contrario, il risultato non sarà solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di costi per il cliente.

Per quali motivi un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base dell’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando è meramente riproduttivo di censure già valutate, è volto a sollecitare una diversa valutazione delle prove e dei fatti (non consentita in sede di legittimità), oppure è generico e non si confronta specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, l’ordinanza chiarisce che la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o effettuare una diversa ricostruzione dei fatti. Il suo compito è valutare la corretta applicazione della legge, non agire come un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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