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Ricorso inammissibile in Cassazione: i motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda su due ragioni principali: i motivi del ricorso erano una mera riproduzione di argomentazioni già respinte nei gradi di merito e la questione di legittimità costituzionale sollevata era irrilevante ai fini della decisione, in quanto il giudice di merito aveva già escluso la concessione delle attenuanti per altre ragioni. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui si può contestare la sentenza d’appello. Tuttavia, non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di quando e perché un ricorso inammissibile viene rigettato, con conseguenze significative per chi lo propone. Comprendere queste dinamiche è fondamentale per chiunque si approcci al sistema giudiziario.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza

Il caso analizzato riguarda un imputato che ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. L’imputato basava le sue contestazioni, o doglianze, su tre punti principali:

1. Una rivalutazione della sua responsabilità penale per il reato di evasione.
2. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
3. Una questione di legittimità costituzionale relativa al bilanciamento tra attenuanti e la recidiva contestata (art. 69 c.p.).

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito di nessuna di queste questioni, dichiarando l’intero ricorso inammissibile.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ponendo fine al percorso giudiziario dell’imputato. Questa decisione non solo ha reso definitiva la condanna, ma ha anche comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 Euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni che hanno portato a questa drastica decisione, suddividendole in base ai motivi proposti dal ricorrente.

La Ripetitività dei Motivi

Per quanto riguarda le prime due doglianze (responsabilità e tenuità del fatto), i giudici hanno rilevato che esse erano semplicemente una riproduzione di argomenti già ampiamente discussi e correttamente respinti dai giudici dei precedenti gradi di giudizio. Il ricorso non introduceva nuove critiche specifiche contro la logica giuridica della sentenza d’appello, ma si limitava a riproporre una diversa interpretazione dei fatti. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il suo ruolo non è quello di un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma è una sede di legittimità, dove si controlla solo la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione. Insistere su argomenti fattuali già vagliati rende il ricorso inammissibile.

La Questione di Costituzionalità Irrilevante

Anche il terzo motivo, relativo alla presunta incostituzionalità dell’art. 69, comma 4, c.p. (che vieta la prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata), è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che la questione era del tutto irrilevante nel caso specifico. La Corte d’Appello, infatti, aveva già motivato che l’imputato non meritava comunque il riconoscimento delle attenuanti prevalenti, a prescindere dal divieto di legge. Poiché il ricorrente non aveva criticato specificamente questa parte della motivazione, sollevare il dubbio di costituzionalità diventava un esercizio puramente teorico e privo di conseguenze pratiche sulla sua posizione. In sostanza, anche se la norma fosse stata dichiarata incostituzionale, la decisione non sarebbe cambiata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un monito importante: il ricorso per cassazione deve essere redatto con estremo rigore tecnico. Non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza d’appello; è necessario articolare critiche precise che mettano in luce vizi di legge o palesi illogicità nella motivazione. La mera riproposizione di argomenti di merito è una strategia destinata al fallimento e comporta, oltre alla conferma della condanna, anche un’ulteriore sanzione economica. La specificità e la pertinenza dei motivi sono requisiti imprescindibili per superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile se i motivi sono una mera riproduzione di argomenti già esaminati e respinti dai giudici precedenti, senza introdurre nuove critiche specifiche alla sentenza impugnata, oppure se solleva questioni irrilevanti per la decisione finale.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti fatta dal giudice di merito?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di ‘legittimità’, non di merito. Non può riesaminare i fatti, ma solo verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria. Riproporre questioni di fatto è una causa tipica di inammissibilità del ricorso.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 Euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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