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Ricorso inammissibile: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi presentati erano generici, ripetitivi e non si confrontavano criticamente con la sentenza d’appello. La decisione sottolinea che l’appello deve contenere censure specifiche e dettagliate, non una mera riproposizione delle difese precedenti o una richiesta di riesame dei fatti, confermando la condanna e l’obbligo di pagare le spese processuali.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Ribadisce i Requisiti di Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un’importante lezione su questo tema, dichiarando un ricorso inammissibile per mancanza di specificità. Questa decisione evidenzia come la semplice riproposizione dei motivi d’appello, senza un confronto critico con la sentenza impugnata, sia destinata al fallimento. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia per comprendere le ragioni dietro tale esito e le implicazioni pratiche per la difesa in un processo penale.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. L’imputata, ritenuta responsabile di un reato commesso in concorso con il coniuge, decideva di impugnare la decisione presentando ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso si basavano su diversi punti: la presunta non corrispondenza tra l’accusa e la condanna, la valutazione della responsabilità penale, la sussistenza dell’elemento soggettivo del concorso e, infine, la mancata applicazione dello stato di necessità e della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminati i motivi, ha emesso un’ordinanza perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati non fossero altro che una ripetizione di quanto già esposto nei gradi di merito, senza una reale e specifica critica alle argomentazioni logico-giuridiche sviluppate dalla Corte d’Appello. In sostanza, l’atto di impugnazione si limitava a sollecitare una nuova valutazione delle prove, un’operazione preclusa al giudice di legittimità. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la mancanza di specificità dei motivi di ricorso

Il cuore della decisione risiede nel principio della specificità dei motivi di ricorso. La Suprema Corte ha spiegato che un ricorso inammissibile è tale non solo quando i motivi sono generici o indeterminati, ma anche quando manca una correlazione diretta tra le argomentazioni della decisione impugnata e le critiche mosse dal ricorrente.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato che:

1. Reiterazione dei motivi d’appello: Il ricorso si limitava a riproporre le stesse doglianze già respinte dalla Corte d’Appello, senza spiegare perché le motivazioni di quest’ultima fossero errate o illogiche.
2. Mancanza di confronto critico: Non vi era un’analisi critica delle ragioni esposte nella sentenza di secondo grado. L’appello in Cassazione non può essere una semplice riedizione del precedente, ma deve attaccare specificamente i punti della decisione che si ritengono viziati.
3. Richiesta di riesame del merito: Le censure miravano, di fatto, a ottenere una diversa ricostruzione dei fatti e una nuova valutazione delle prove, attività che esula dalle competenze della Corte di Cassazione, la quale può solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione.
4. Genericità della difesa sullo stato di necessità: La Corte ha sottolineato come la difesa basata sullo stato di necessità fosse rimasta una mera affermazione, priva di qualsiasi concreto elemento di prova a supporto. I giudici di merito avevano già correttamente evidenziato la mancanza di allegazioni specifiche su questo punto, rendendo la doglianza del tutto infondata.

La Corte ha quindi ribadito che le censure relative alla responsabilità penale e alla caratterizzazione della condotta erano state ampiamente e logicamente trattate dai giudici di merito, che avevano valorizzato elementi come le modalità dell’occupazione e l’assenza di un valido titolo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale del diritto processuale penale: per superare il vaglio di ammissibilità, un ricorso per Cassazione deve essere un atto di critica mirata e non un generico lamento. È indispensabile che il difensore analizzi in profondità la sentenza impugnata e costruisca motivi di ricorso che ne demoliscono, punto per punto, l’impianto argomentativo, evidenziando vizi di legge o palesi illogicità. Una difesa che si limita a ripetere se stessa senza confrontarsi con le ragioni del giudice è destinata a sfociare in una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria, rendendo definitiva la condanna.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca dei requisiti di specificità, ovvero quando è generico, indeterminato, meramente ripetitivo dei motivi di appello e non si confronta criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, chiedendo di fatto un riesame dei fatti.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono essere ‘specifici’?
Significa che devono indicare in modo preciso e dettagliato le parti della sentenza che si contestano e le ragioni giuridiche o logiche per cui si ritengono errate. Non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni dei gradi precedenti, ma è necessario criticare puntualmente la motivazione del giudice d’appello.

È sufficiente affermare di aver agito in ‘stato di necessità’ per essere scagionati?
No. Secondo la Corte, la mera affermazione di aver agito in stato di necessità non è sufficiente. Tale causa di giustificazione deve essere supportata da allegazioni specifiche e dati concreti che provino l’esistenza di un pericolo attuale e inevitabile di un danno grave alla persona.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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