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Ricorso inammissibile: i motivi vaghi e ripetitivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per furto aggravato. L’impugnazione è stata giudicata manifestamente infondata perché le argomentazioni erano vaghe, non specifiche e si limitavano a riproporre questioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Furto

Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza che ribadisce un principio fondamentale del processo penale: per essere esaminato, un ricorso deve essere specifico e non meramente ripetitivo. In caso contrario, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento di spese e sanzioni. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio i requisiti di un’impugnazione efficace.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per furto pluriaggravato emessa dal Tribunale di primo grado nel 2018. La persona imputata, ritenuta responsabile del reato commesso nel 2013, aveva presentato appello. La Corte d’Appello, nel luglio 2024, confermava integralmente la sentenza di primo grado, riconoscendo le attenuanti generiche come equivalenti alle aggravanti contestate.

Non soddisfatta della decisione, l’imputata ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di contestazione. In primo luogo, lamentava un difetto di motivazione riguardo all’esito del riconoscimento fotografico effettuato dalla vittima del reato. In secondo luogo, contestava la valutazione fornita dai giudici di merito circa il suo alibi, ritenuto non attendibile.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso e li ha giudicati manifestamente infondati, dichiarando di conseguenza il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate (il riconoscimento fotografico e l’alibi), ma si ferma a un livello precedente, valutando la stessa struttura e sostanza dell’atto di impugnazione. La Corte ha stabilito che il ricorso non possedeva i requisiti minimi per poter essere discusso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e consolidate nella giurisprudenza. I giudici hanno sottolineato come il ricorso presentasse deduzioni vaghe e non specifiche. Invece di formulare una critica argomentata e puntuale contro le motivazioni della sentenza d’appello, l’imputata si era limitata a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio.

I giudici di merito avevano già vagliato e disatteso, con argomenti giuridici ritenuti corretti, sia le censure relative al riconoscimento fotografico sia quelle sull’attendibilità dell’alibi. Il ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve attaccare specificamente il ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata, non limitarsi a ripresentare una versione alternativa dei fatti o a ripetere le stesse obiezioni. Mancando questa critica specifica, il ricorso è stato considerato meramente reiterativo e, quindi, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, non ravvisando un’assenza di colpa nella proposizione del ricorso, la Corte ha condannato la ricorrente anche al pagamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Questa ordinanza serve da monito: un ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile e le relative sanzioni, è indispensabile che i motivi di impugnazione siano formulati in modo specifico, tecnico e critico nei confronti della decisione che si intende contestare, evitando mere ripetizioni di argomenti già sconfessati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni erano vaghe, non specifiche e si limitavano a ripetere critiche già esaminate e respinte con motivazioni corrette dai giudici di merito, senza presentare una critica argomentata della decisione impugnata.

Quali sono state le conseguenze per la ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto in caso di ricorso inammissibile senza che sia ravvisabile assenza di colpa.

Quali erano i punti contestati dalla ricorrente nel suo appello?
La ricorrente lamentava un difetto di motivazione riguardo a due aspetti: l’esito del riconoscimento fotografico effettuato dalla persona offesa e la valutazione del suo alibi, che i giudici non avevano ritenuto attendibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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