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Ricorso inammissibile: i motivi spiegati dalla Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per false dichiarazioni. L’ordinanza chiarisce i requisiti di specificità dei motivi di ricorso, sottolineando che non possono essere una mera ripetizione di argomentazioni già respinte, né essere generici, soprattutto riguardo la richiesta di non punibilità per particolare tenuità del fatto e la concessione delle attenuanti generiche. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: I Criteri della Cassazione per un Appello Valido

Quando un ricorso in Cassazione viene definito ricorso inammissibile, significa che la Corte Suprema non entra nemmeno nel merito della questione, ma lo respinge per difetti procedurali o di impostazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio pratico, delineando i confini tra un’impugnazione fondata e una destinata al fallimento. Il caso in esame riguarda un imputato condannato per false dichiarazioni che ha visto il suo appello rigettato perché i motivi presentati erano generici, ripetitivi e infondati. Analizziamo la decisione per comprendere quali sono i requisiti essenziali per presentare un ricorso efficace.

I Fatti del Caso: La Condanna e il Ricorso in Cassazione

Il procedimento nasce da una condanna per il reato di cui all’art. 496 del codice penale, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Roma. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandolo a tre distinti motivi. Sostanzialmente, la difesa lamentava una carenza di motivazione da parte della Corte d’Appello riguardo alla sussistenza degli elementi del reato, al mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e alla negata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte: I Tre Motivi di un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato ciascun motivo, giungendo a una conclusione netta di inammissibilità per tutti. Vediamo perché.

Primo Motivo: La Mera Ripetizione dei Motivi d’Appello

Il primo motivo di ricorso contestava la valutazione degli elementi soggettivi e oggettivi del reato. La Cassazione ha osservato che tali argomentazioni erano una semplice e pedissequa reiterazione di quelle già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze, ma deve contenere una critica argomentata e specifica proprio contro la motivazione della sentenza impugnata. In assenza di ciò, il motivo è considerato non specifico e, quindi, inammissibile.

Secondo Motivo: La Genericità sulla Non Punibilità

La difesa aveva chiesto l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., che esclude la punibilità per fatti di particolare tenuità. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per genericità. Secondo la Corte, il ricorrente non aveva indicato gli elementi concreti su cui si basava la sua richiesta, impedendo ai giudici di legittimità di individuare i rilievi mossi alla sentenza e di esercitare il proprio controllo. Un motivo di ricorso deve essere autosufficiente e fornire tutti gli elementi necessari per la sua valutazione.

Terzo Motivo: La Motivazione sulle Attenuanti Generiche

Infine, il ricorso lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La Cassazione ha ritenuto questo motivo manifestamente infondato. Ha chiarito che la Corte d’Appello aveva motivato adeguatamente la sua decisione, basandosi su indici di natura personale e fattuale. La giurisprudenza consolidata afferma che il giudice, nel negare le attenuanti, non è tenuto a esaminare analiticamente tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma può limitarsi a indicare quelli ritenuti decisivi per la sua scelta. Anche in questo caso, la motivazione del giudice di merito è stata considerata logica e sufficiente.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su principi cardine del processo penale e del giudizio di legittimità. Il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Per questo, i motivi di ricorso devono essere specifici, pertinenti e critici nei confronti della decisione di secondo grado. La mera riproposizione di argomenti già vagliati o la formulazione di censure generiche svuota il ricorso della sua funzione tipica, rendendolo un ricorso inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per ogni difensore: un ricorso in Cassazione deve essere preparato con estrema cura e precisione tecnica. È essenziale evitare la semplice ripetizione degli argomenti d’appello e concentrarsi, invece, su una critica puntuale e argomentata dei vizi logici e giuridici della sentenza impugnata. Ogni censura deve essere specifica e autosufficiente, fornendo alla Corte tutti gli elementi per comprendere la doglianza. In caso contrario, il rischio è una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile se ripete gli stessi motivi dell’appello?
Perché il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un controllo di legittimità sulla sentenza di secondo grado. Deve quindi contenere una critica specifica e argomentata contro le motivazioni di quella sentenza, non una semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti.

Cosa significa che un motivo di ricorso sulla non punibilità per tenuità del fatto è ‘generico’?
Significa che il ricorso non indica in modo chiaro e specifico gli elementi concreti (ad esempio, modalità della condotta, entità del danno) che dovrebbero dimostrare la particolare tenuità del fatto. Non basta affermare il proprio diritto, ma bisogna fornire alla Corte gli elementi per valutarlo, come richiesto dall’art. 581, co. 1, lett. c) c.p.p.

Il giudice è obbligato a considerare tutti gli elementi a favore dell’imputato quando nega le attenuanti generiche?
No. Secondo la giurisprudenza citata nell’ordinanza, quando il giudice rigetta la richiesta di concessione delle attenuanti generiche, non deve necessariamente analizzare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma può limitarsi a fare riferimento a quelli che considera decisivi o più rilevanti per la sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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