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Ricorso inammissibile: i motivi non devono ripetersi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto, stabilendo che non è possibile riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello. La Corte ha inoltre ribadito che il diniego delle attenuanti generiche non richiede un’analisi di tutti gli elementi, ma solo di quelli decisivi.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Decisione della Cassazione su Motivi Ripetitivi

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale che i motivi proposti siano specifici e critici nei confronti della sentenza impugnata. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio cruciale: la semplice ripetizione delle argomentazioni già respinte in appello rende il ricorso inammissibile. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere la logica che guida la Corte di Cassazione nel suo ruolo di giudice di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto aggravato. L’imputato, dopo la condanna in primo grado, si era rivolto alla Corte d’Appello, che aveva parzialmente riformato la sentenza escludendo una delle circostanze aggravanti contestate (quella di cui all’art. 625 n.7 cod. pen.), rideterminando la pena ma confermando nel resto la condanna. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su tre distinti motivi.

Analisi del ricorso e delle sue censure

Il ricorrente lamentava principalmente tre aspetti della decisione di secondo grado:
1. L’erronea applicazione della legge penale per il mancato riconoscimento del reato nella sua forma tentata anziché consumata.
2. Un vizio di motivazione per la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche come prevalenti sulle aggravanti residue.
3. Un ulteriore vizio di motivazione per il mancato riconoscimento di una specifica attenuante.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha esaminato questi motivi con un occhio critico, giungendo a una conclusione netta.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di argomentazioni chiare e consolidate. Per quanto riguarda il primo e il terzo motivo, i giudici hanno osservato che essi non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quanto già dedotto in appello. La Corte d’Appello aveva già affrontato e respinto puntualmente tali questioni con una motivazione ritenuta logica e priva di vizi, e come tale non sindacabile in sede di legittimità. In pratica, non si possono ripresentare le stesse identiche lamentele sperando in un risultato diverso senza sollevare specifiche critiche alla logica della sentenza d’appello.

Sul secondo motivo, relativo alle attenuanti generiche, la Corte lo ha ritenuto manifestamente infondato. Ha richiamato un principio giurisprudenziale consolidato: nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, il giudice di merito non è obbligato a prendere in considerazione ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che si concentri sugli elementi ritenuti decisivi per la sua valutazione, implicitamente superando e disattendendo tutti gli altri. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello era stata giudicata esente da illogicità evidenti, rendendo la censura infondata.

Le Conclusioni

La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza sottolinea un insegnamento fondamentale per la pratica legale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un giudizio di legittimità, dove si contesta l’applicazione della legge e la logicità della motivazione. Riproporre argomenti già vagliati e respinti, senza evidenziare un vizio specifico nel ragionamento del giudice precedente, porta quasi inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la condanna che diventa definitiva.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché due dei tre motivi erano una semplice ripetizione delle argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, la cui motivazione è stata giudicata logica e corretta.

Come deve motivare un giudice il diniego delle attenuanti generiche?
Secondo la Corte, non è necessario che il giudice analizzi tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che la sua motivazione si basi sugli elementi ritenuti decisivi, respingendo implicitamente gli altri, purché il ragionamento sia privo di evidenti illogicità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta che la sentenza impugnata diventa definitiva e non più modificabile. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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