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Ricorso inammissibile: i motivi devono essere specifici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per violenza e danneggiamento. I motivi, relativi alla recidiva, alle attenuanti generiche e all’entità della pena, sono stati giudicati privi di specificità e meramente riproduttivi di censure già respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che un ricorso, per essere accolto, deve confrontarsi criticamente e in modo puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Ribadisce la Necessità di Motivi Specifici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione scrupolosa ai dettagli e alla sostanza delle argomentazioni. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la genericità e la ripetitività dei motivi possano portare a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questo caso, riguardante una condanna per i reati di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e danneggiamento, evidenzia l’importanza fondamentale di confrontarsi in modo critico e puntuale con le motivazioni della sentenza che si intende impugnare.

I Fatti del Caso: La Condanna in Appello

Un individuo, già condannato per reati contro la persona e il patrimonio, proponeva ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la sua responsabilità penale. La condanna era stata emessa per i delitti previsti dagli articoli 336 (violenza o minaccia a un pubblico ufficiale) e 635 (danneggiamento) del codice penale.

Le Ragioni del Ricorso: I Punti Contestati dall’Imputato

L’appellante basava il suo ricorso su tre motivi principali:
1. Omessa esclusione della recidiva: Si contestava la decisione dei giudici di merito di non escludere l’aggravante della recidiva.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava il mancato riconoscimento di circostanze che avrebbero potuto portare a una riduzione della pena.
3. Eccessività della sanzione: Si riteneva la pena inflitta sproporzionata rispetto ai fatti commessi.

La Decisione della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione critica di ciascun motivo presentato, evidenziandone le carenze strutturali e argomentative.

Il Primo Motivo: La Mancanza di Specificità sulla Recidiva

Il primo motivo è stato giudicato ‘privo di specificità’. La Corte ha osservato che la difesa non si era confrontata adeguatamente con le argomentazioni ‘corrette e non illogiche’ del giudice di merito. La sentenza d’appello, infatti, aveva spiegato come la commissione dei reati fosse ‘sintomatica di una ingravescente pericolosità e di una marcata volontà a delinquere’. Il ricorso, invece di contestare questo punto specifico, si è limitato a una critica generica, risultando così inefficace.

Il Secondo e Terzo Motivo: Argomenti Ripetitivi e Già Valutati

Anche il secondo e il terzo motivo, relativi alle attenuanti generiche e all’eccessività della pena, sono stati considerati inammissibili. La Cassazione li ha definiti ‘riproduttivi di censure già adeguatamente vagliate e disattese’ nel giudizio di appello. La Corte d’Appello aveva già motivato la sua decisione sottolineando ‘l’assenza di elementi valutabili a favore del ricorrente’ e la ‘congruità della pena’, calcolata tenendo conto di tutti gli aspetti del caso concreto. Riproporre le stesse questioni senza nuovi e specifici argomenti non è sufficiente per ottenere una revisione in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha chiarito che un ricorso per Cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse lamentele già esaminate e respinte nei gradi di merito. È necessario che i motivi di ricorso contengano una critica puntuale e specifica delle ragioni esposte nella sentenza impugnata, dimostrando perché esse sarebbero errate in diritto o viziate da illogicità manifesta. Nel caso di specie, il ricorso è stato considerato un tentativo di ottenere una nuova valutazione del merito dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità. La mancanza di un confronto diretto e specifico con la motivazione della sentenza d’appello ha reso i motivi presentati astratti e generici, determinandone inevitabilmente l’inammissibilità.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante: la redazione di un ricorso per Cassazione è un’arte che richiede precisione tecnica e capacità argomentativa. Non basta essere in disaccordo con una sentenza; è essenziale articolare motivi di ricorso specifici, che identifichino con precisione gli errori di diritto o i vizi logici della decisione impugnata. In assenza di tale specificità, il rischio di una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, è molto elevato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano privi di specificità, non si confrontavano con le argomentazioni della sentenza impugnata e riproponevano censure già correttamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello.

Qual è stata la valutazione della Corte riguardo alla richiesta di escludere la recidiva?
La Corte ha ritenuto il motivo sulla recidiva privo di specificità, in quanto non contestava validamente il ragionamento del giudice di merito, il quale aveva giustificato la recidiva sulla base della crescente pericolosità sociale e della volontà di delinquere dell’imputato.

Cosa ha deciso la Corte riguardo alle attenuanti generiche e all’eccessività della pena?
La Corte ha stabilito che questi motivi erano una mera riproduzione di questioni già valutate e respinte. La sentenza d’appello aveva già motivato adeguatamente sia la mancata concessione delle attenuanti, per l’assenza di elementi positivi a favore del ricorrente, sia la congruità della pena inflitta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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