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Ricorso inammissibile: i motivi della Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto in un supermercato. L’ordinanza sottolinea come la riproposizione di motivi già vagliati in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, porti inevitabilmente a tale esito, confermando i principi su stato di necessità e particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: Analisi di un caso di furto

Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna, deve seguire regole precise. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un’occasione preziosa per analizzare perché un ricorso inammissibile viene dichiarato tale, ribadendo principi fondamentali del nostro sistema processuale. Il caso riguarda un furto in un supermercato, ma le lezioni che se ne traggono hanno una valenza molto più ampia.

I fatti del processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per un furto commesso in concorso con un’altra persona all’interno di un supermercato. La Corte d’Appello aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, articolando ben sette distinti motivi di doglianza.

I motivi del ricorso: una difesa a tutto campo

La difesa ha contestato la sentenza di secondo grado sotto molteplici profili, cercando di smontare l’impianto accusatorio e la pena inflitta. I motivi sollevati includevano:

1. Errata affermazione della responsabilità penale: una contestazione generale sulla ricostruzione dei fatti.
2. Mancato riconoscimento dello stato di necessità: la difesa sosteneva che l’imputato avesse agito per far fronte a un bisogno impellente.
3. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
4. Errato bilanciamento delle circostanze: si contestava la mancata prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante.
5. Mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.).
6. Errata applicazione della recidiva.
7. Vizi nel trattamento sanzionatorio.

A fronte di questa complessa impalcatura difensiva, la Suprema Corte ha adottato una decisione netta: il ricorso inammissibile.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile non entrando nel merito della maggior parte delle questioni, ma rilevando un vizio di fondo nell’impostazione stessa dell’atto di impugnazione. I giudici hanno spiegato che tutti i motivi presentati erano meramente riproduttivi di censure già adeguatamente esaminate e respinte con argomenti logici e giuridicamente corretti dalla Corte d’Appello.

Il ricorso per Cassazione, ricorda la Corte, non è un terzo grado di giudizio dove si possono riproporre le stesse argomentazioni. Esso serve a controllare la legittimità della decisione impugnata, ovvero la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Per essere ammissibile, un ricorso deve contenere una critica specifica e puntuale delle argomentazioni della sentenza di appello, evidenziando dove e perché il giudice di secondo grado avrebbe sbagliato. In questo caso, mancava totalmente questa analisi critica.

Nonostante la declaratoria di inammissibilità, la Corte ha comunque ripercorso i punti salienti, confermando la correttezza della decisione d’appello:

* Stato di necessità: La Corte d’Appello aveva correttamente escluso questa scriminante perché la difesa non aveva fornito alcuna prova della sua esistenza. L’onere di allegare gli estremi dello stato di necessità (pericolo grave, imminente e non altrimenti evitabile) spetta all’imputato.
* Particolare tenuità del fatto: L’esclusione di questa causa di non punibilità era giustificata dal valore non trascurabile della merce sottratta (circa 400/500 euro), considerato un danno di entità non lieve.
* Attenuante del danno lieve: Per la stessa ragione, il valore della refurtiva ostacolava il riconoscimento dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità.
* Recidiva e bilanciamento delle circostanze: La valutazione del giudice di merito è stata ritenuta logica e ben motivata, basata sulla personalità dell’imputato e sulla sua persistente inclinazione a delinquere.

Le conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza della tecnica redazionale degli atti di impugnazione. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La decisione ribadisce un principio cardine: il ricorso per Cassazione deve essere un dialogo critico con la sentenza impugnata, non un monologo che ripete argomenti già disattesi. Per gli avvocati, la lezione è chiara: è fondamentale studiare a fondo le motivazioni della sentenza d’appello e costruire un’impugnazione che ne contesti specificamente i passaggi logico-giuridici ritenuti errati, pena l’immediata chiusura del processo in sede di legittimità.

Perché un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti richiesti dalla legge. Nel caso specifico, perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica specifica e puntuale contro la motivazione della sentenza impugnata.

Quando può essere invocato lo stato di necessità in un caso di furto?
Lo stato di necessità può essere invocato solo quando l’imputato dimostra di aver agito per la necessità di salvare sé stesso o altri da un pericolo attuale di un danno grave alla persona, che sia imminente e non altrimenti evitabile. L’onere di allegare e provare tali circostanze grava sulla difesa.

Perché un furto di 400/500 euro non è considerato di ‘particolare tenuità’?
Secondo la Corte, un valore di 400/500 euro non costituisce un’offesa di minima entità né un danno di speciale tenuità. La giurisprudenza richiede che il pregiudizio economico sia ‘lievissimo’ o ‘pressoché irrisorio’ per poter applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto o la relativa attenuante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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