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Ricorso inammissibile: i motivi d’appello non dedotti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per reati in materia di armi. I motivi sono giudicati in parte aspecifici e relativi a reati estranei al giudizio, e in parte nuovi, in quanto non proposti nel precedente grado di appello. La Corte conferma che non è possibile sollevare in Cassazione questioni non devolute al giudice d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando e perché la Cassazione non entra nel merito

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, un esito processuale che impedisce alla Corte di Cassazione di esaminare nel merito le questioni sollevate. Questo accade quando l’impugnazione non rispetta precisi requisiti formali e sostanziali, come la specificità dei motivi o il principio devolutivo, secondo cui in Cassazione non si possono sollevare questioni non precedentemente sottoposte al giudice d’appello. Analizziamo questa decisione per comprendere le regole fondamentali che governano il giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa

Un soggetto veniva condannato in primo e secondo grado per reati legati al porto abusivo di armi, ai sensi dell’art. 699, comma 2, del codice penale e dell’art. 4 della legge n. 110/1975. La pena inflitta era di un anno e due mesi di arresto. La difesa, non accettando la sentenza della Corte d’Appello, proponeva ricorso per Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Una presunta violazione dell’art. 572 c.p. (maltrattamenti contro familiari o conviventi).
2. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis c.p.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Di conseguenza, non solo ha respinto le richieste della difesa, ma ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale che limitano rigorosamente l’ambito del giudizio di Cassazione.

Le motivazioni della Corte e le ragioni del ricorso inammissibile

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso, evidenziandone i vizi procedurali che ne hanno causato l’inammissibilità.

Il Primo Motivo: Aspecificità e Pertinenza

Il primo motivo è stato giudicato aspecifico e non pertinente. La difesa lamentava la violazione dell’art. 572 c.p., un reato di maltrattamenti che, tuttavia, era completamente estraneo al giudizio in corso, il quale verteva esclusivamente su reati in materia di armi. Inoltre, la Corte ha notato una confusione nel ricorso stesso, che concludeva facendo riferimento a un’altra norma ancora (l’art. 372 c.p.), rendendo il motivo privo della necessaria chiarezza e coerenza.

Il Secondo Motivo e il principio del “Devoluto”

Il secondo motivo, riguardante le attenuanti generiche, è stato dichiarato inammissibile per una ragione procedurale fondamentale: la questione non era stata sollevata nei motivi d’appello. La giurisprudenza è costante nell’affermare che non possono essere portate all’attenzione della Cassazione questioni che non siano state specificamente devolute alla cognizione del giudice di secondo grado. L’appello si era infatti concentrato sulla sussistenza dei reati e su un presunto vizio di motivazione, senza mai chiedere una riconsiderazione sulla concessione delle attenuanti. Questo principio impedisce che la Cassazione si trasformi in un terzo grado di merito, limitando il suo compito a un controllo sulla corretta applicazione della legge (controllo di legittimità) rispetto alle questioni già dibattute.

La Corte ha inoltre aggiunto, a titolo di completezza, che anche se il motivo fosse stato ammissibile, sarebbe stato comunque infondato. Le sentenze di merito avevano già fornito una motivazione adeguata per negare le attenuanti, basandosi sulla personalità negativa dell’imputato, desunta dai suoi precedenti penali.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce due pilastri del processo penale: la necessità di formulare motivi di impugnazione specifici e pertinenti e il rispetto del principio devolutivo. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per la difesa, ma comporta anche conseguenze economiche significative per l’imputato. La decisione insegna che la strategia difensiva deve essere coerente e completa in ogni grado di giudizio, poiché le omissioni o gli errori commessi in appello non possono essere sanati davanti alla Corte di Cassazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni principali: il primo motivo era aspecifico e denunciava la violazione di una norma (art. 572 c.p.) non oggetto del giudizio; il secondo motivo, relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche, sollevava una questione non presentata al giudice d’appello, e quindi non proponibile per la prima volta in Cassazione.

È possibile presentare nuove questioni legali direttamente in Cassazione?
No, la sentenza conferma il principio consolidato secondo cui non possono essere dedotte con il ricorso per cassazione questioni sulle quali il giudice di appello non si è pronunciato perché non gli erano state sottoposte. Il giudizio di Cassazione è un controllo di legittimità, non un terzo grado di merito.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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