Ricorso Inammissibile: I Limiti del Giudizio in Cassazione
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronti un ricorso inammissibile, ribadendo la netta distinzione tra il giudizio di legittimità e quello di merito. Attraverso l’analisi di un caso di spaccio di stupefacenti e resistenza, la Corte delinea i confini invalicabili per chi tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti davanti al massimo organo della giustizia penale. Questo principio è fondamentale per comprendere il funzionamento del nostro sistema processuale.
La Vicenda Processuale
La vicenda ha origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nei confronti di un individuo per reati legati alla cessione di sostanze stupefacenti e alla resistenza opposta alle forze dell’ordine. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando le conclusioni a cui erano giunti i giudici di merito.
I Motivi del Ricorso e il Ruolo della Cassazione
Il ricorrente ha basato la sua difesa su censure che miravano a una riconsiderazione degli elementi di prova. In particolare, ha contestato:
* La ricostruzione dei fatti e la valutazione del materiale probatorio.
* L’attribuzione a suo carico di una quantità di sostanza stupefacente trovata in un nascondiglio nelle scale del palazzo.
* Il mancato riconoscimento della continuazione tra il reato di spaccio e quello di resistenza.
Tuttavia, queste censure si scontrano con la natura stessa del giudizio di Cassazione. La Corte Suprema non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono riaprire le discussioni sui fatti. Il suo compito è quello di “giudice di legittimità”, ovvero di controllare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.
La Decisione sul Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione si fonda sulla constatazione che le critiche sollevate dal ricorrente non denunciavano vizi di legge, ma tentavano di sollecitare un nuovo e diverso giudizio sui fatti. I giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione “congrua e adeguata”, esente da vizi logici e basata su corretti criteri di inferenza.
Le Motivazioni della Corte
La Suprema Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione. In primo luogo, ha ribadito che l’apprezzamento del materiale probatorio e la ricostruzione del fatto sono attività rimesse alla competenza esclusiva del giudice di merito. Tentare di offrire una “diversa lettura” delle prove in Cassazione è un’operazione non consentita.
In secondo luogo, ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse solida nel valorizzare le modalità della cessione dello stupefacente e il suo ritrovamento in un’intercapedine vicino all’abitazione dell’imputato. Infine, anche il motivo sulla mancata continuazione tra i reati è stato giudicato inammissibile, poiché la Corte d’Appello aveva coerentemente escluso l’esistenza di una volontà preordinata di sottrarsi all’arresto già al momento dello spaccio.
Le Conclusioni
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta conseguenze dirette per il ricorrente. Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende. Questa ordinanza rafforza un principio cardine del nostro ordinamento: il giudizio in Cassazione è un controllo di legalità e non una nuova valutazione dei fatti. Chi intende ricorrere alla Suprema Corte deve quindi basare le proprie argomentazioni su vizi di legge o su manifeste illogicità della motivazione, non sulla speranza di convincere i giudici di una versione dei fatti diversa da quella accertata nei gradi precedenti.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, invece di sollevare questioni sulla corretta applicazione della legge (vizi di legittimità), tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado (giudici di merito).
Cosa significa che la Cassazione è un “giudice di legittimità”?
Significa che la Corte di Cassazione non riesamina i fatti per decidere chi ha torto o ragione nel merito della vicenda, ma si limita a verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, coerente e non contraddittoria.
Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile per chi lo propone?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la persona che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 42992 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 42992 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 25/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a MUGNANO DI NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/02/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto che il ricorso introduce inammissibilmente censure non consentite nel giudizio di legittimità, poiché concernenti la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio, profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza del giudice di merito, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione, esente da vizi logici, perché basata su corretti criteri di inferenza, espressi in un ragionamento fondato su condivisibili massime di esperienza;
ritenuto che contrariamente a quanto si assume nel ricorso, la Corte di appello di Napoli ha fornito adeguata motivazione in relazione alla valutazione del compendio probatorio, in particolare valorizzando le modalità della cessione, ed il prelevamento della sostanza da una intercapedine posta nelle scale del palazzo in prossimità della porta dell’abitazione dell’imputato, mentre i rilievi critici de ricorrente, lungi dal denunciare un effettivo travisamento di dati probatori, appaiono volti solamente a sollecitare un diverso giudizio di fatto non consentito in sede di legittimità, attraverso una diversa lettura del materiale probatorio circa la riconducibilità all’imputato anche della residua sostanza rinvenuta nascosta in un altro nascondiglio sempre nelle scale del palazzo ove abitava l’imputato;
ritenuto che anche il motivo sulla denegata continuazione tra i reati concernenti la sostanza stupefacente ed il reato di resistenza è inammissibile a fronte della motivazione coerente alla rilevata assenza di una preordinata volontà di sottrarsi all’arresto già al momento dello spaccio;
rilevato che dalla inammissibilità del ricorso consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il giorno il 25 ottobre 2024
Il Co GLYPH e estensore GLYPH