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Ricorso inammissibile: i limiti in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per violazione della misura di prevenzione. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è rivalutare le prove, ma verificare la corretta applicazione della legge. I motivi del ricorso, relativi alla non punibilità e alle attenuanti generiche, sono stati respinti per aspecificità e manifesta infondatezza, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude le Porte

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità e sulle ragioni che portano a dichiarare un ricorso inammissibile. Quando un imputato si rivolge alla Corte di Cassazione, non sta chiedendo un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione delle norme. La presente decisione chiarisce con fermezza quali motivi di appello possono essere vagliati e quali, invece, sono destinati a essere respinti senza un esame di merito.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda una persona condannata per aver violato le prescrizioni di una misura di prevenzione a cui era sottoposta, in particolare per essersi allontanata dal proprio domicilio senza autorizzazione. Ritenendo ingiusta la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre distinti motivi: una richiesta di riconsiderazione delle prove, il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e, infine, il diniego delle attenuanti generiche con una valutazione della pena ritenuta eccessiva.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato in toto le richieste, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma si ferma a un livello procedurale: i motivi presentati non erano ammissibili in quella sede. Di conseguenza, la sentenza di condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha analizzato separatamente ogni motivo di ricorso, spiegando nel dettaglio le ragioni della sua inammissibilità.

Il Divieto di Rivalutazione delle Prove in Cassazione

Il primo motivo, con cui si chiedeva una nuova valutazione delle prove, è stato subito respinto. La Cassazione ha ribadito un principio cardine del nostro ordinamento: essa è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è stabilire come sono andati i fatti, ma controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato in modo logico le loro decisioni. Chiedere una ‘rivalutazione’ è un’istanza tipica dei giudizi di merito (primo grado e appello) e, pertanto, inammissibile in Cassazione.

La Mancanza di Specificità e la Manifesta Infondatezza degli Altri Motivi

Anche gli altri due motivi sono stati respinti.

Sulla non punibilità: Il ricorso è stato giudicato ‘aspecifico’ perché non ha affrontato concretamente la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. basandosi sulla pericolosità sociale dell’imputato, desunta dalla stessa sottoposizione a una misura di prevenzione.

Sulle attenuanti generiche e la pena: Il terzo motivo è stato considerato ‘manifestamente infondato’. L’imputato aveva invocato la sua ‘quasi incensuratezza’, ma la Corte ha ricordato che, per legge (art. 62-bis c.p.), neppure una fedina penale completamente pulita è di per sé sufficiente per ottenere le attenuanti. Altri elementi, come la giovane età, sono stati ritenuti irrilevanti se non accompagnati da una dimostrazione di immaturità o incapacità di comprendere il disvalore delle proprie azioni. Infine, la critica sulla determinazione della pena è stata liquidata come un’asserzione generica contro il potere discrezionale del giudice, che nel caso di specie era stato esercitato in modo logico e coerente.

Le Conclusioni

L’ordinanza è emblematica nel delineare il perimetro del ricorso in Cassazione. Essa insegna che un ricorso, per avere successo, deve essere tecnicamente impeccabile, concentrandosi su vizi di legge o illogicità manifeste della motivazione, e non su richieste di riconsiderazione dei fatti. Tentare di trasformare la Cassazione in un terzo grado di merito è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori oneri economici per il ricorrente.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non può procedere a una nuova valutazione delle prove. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente dai giudici di merito e che le loro sentenze siano motivate in modo logico.

Avere una fedina penale quasi pulita è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. L’ordinanza chiarisce che, secondo l’art. 62-bis del codice penale, nemmeno una fedina penale completamente pulita (‘incensuratezza’) è di per sé motivo sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. A maggior ragione, non lo è una ‘quasi incensuratezza’.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita in via equitativa, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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