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Ricorso inammissibile: i limiti del riesame in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per bancarotta post fallimentare. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso non possono mirare a un riesame dei fatti già valutati nei gradi di merito, ma devono individuare specifici vizi di legge o di motivazione manifestamente illogica. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto perché i motivi erano generici e tendevano a una nuova valutazione delle prove, rendendo il ricorso inammissibile e confermando la condanna.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non Riesamina il Merito

L’ordinanza n. 2988/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità, chiarendo perché un ricorso possa essere dichiarato ricorso inammissibile. In questo caso, la Suprema Corte ha confermato una condanna per bancarotta post fallimentare, respingendo le censure dell’imputato perché miravano a una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Cassazione.

Il Caso: Dalla Condanna per Bancarotta al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un soggetto per il reato di bancarotta post fallimentare. La Corte d’Appello di Bari aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendolo responsabile. Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, articolando diversi motivi di doglianza.

Le Doglianze dell’Imputato

L’imputato lamentava principalmente tre aspetti:
1. Una presunta violazione del principio di correlazione tra l’accusa formulata e la sentenza di condanna, sostenendo che il fatto ritenuto in giudizio fosse diverso da quello contestato.
2. Vizi di motivazione e un’erronea applicazione della legge penale riguardo all’elemento soggettivo del reato.
3. La genericità e l’incompletezza di altre censure mosse alla sentenza d’appello.

Il Ricorso Inammissibile e i Limiti del Giudizio di Legittimità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio cardine del nostro sistema processuale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Questo significa che la Corte non può riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria.
Quando i motivi di ricorso, come in questo caso, si traducono in una richiesta di diversa ricostruzione dei fatti, essi esulano dalla competenza della Suprema Corte e vengono, di conseguenza, dichiarati inammissibili.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha analizzato punto per punto i motivi del ricorso, smontandoli sulla base di principi giuridici consolidati.

Sulla Correlazione tra Accusa e Sentenza

Il primo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ricordato, citando una sentenza delle Sezioni Unite (n. 36551/2010), che per aversi una violazione del diritto di difesa non basta una mera divergenza letterale tra l’imputazione e la sentenza. È necessaria una “trasformazione radicale” degli elementi essenziali del fatto, tale da generare incertezza sull’oggetto dell’accusa. Nel caso di specie, l’imputato era stato messo pienamente in condizione di difendersi sul fatto concreto per cui è stato condannato.

Sul Tentativo di Riesame del Merito

Per quanto riguarda il secondo e il terzo motivo, relativi all’elemento soggettivo del reato, la Corte li ha liquidati come un tentativo mascherato di ottenere un inammissibile riesame del merito. Le censure, pur presentate come vizi di motivazione o di legge, miravano in realtà a una diversa lettura delle prove, senza allegare specifici travisamenti. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata logica, coerente e priva di vizi macroscopici, rendendo le critiche dell’imputato irricevibili in sede di legittimità.

Sulla Genericità degli Altri Motivi

Infine, le restanti censure sono state bollate come “intrinsecamente generiche”, in quanto prive di una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto e dei riferimenti specifici alla motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso in Cassazione deve essere specifico e dettagliato, non può limitarsi a critiche vaghe.

Le Conclusioni: La Decisione Finale e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve come monito: per avere successo in Cassazione, è fondamentale concentrarsi su precise questioni di diritto o su vizi di motivazione evidenti e macroscopici. Tentare di rimettere in discussione l’intera ricostruzione dei fatti è una strategia destinata al fallimento, che conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati dall’imputato non denunciavano reali vizi di legge o di motivazione, ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti e delle prove, un’attività che è preclusa alla Corte di Cassazione, la quale svolge un controllo di sola legittimità.

Quando una modifica del fatto contestato viola il diritto di difesa?
Secondo la Corte, la violazione si verifica solo in caso di una “trasformazione radicale” degli elementi essenziali del fatto contestato, tale da creare un’incertezza sull’oggetto dell’imputazione e un concreto pregiudizio per la difesa. Una semplice differenza letterale non è sufficiente.

Può la Corte di Cassazione riesaminare le prove o la logicità della valutazione del giudice di merito?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove. Può annullare una sentenza solo se la motivazione è del tutto mancante, manifestamente illogica o contraddittoria in modo palese (vizi macroscopici), ma non può sostituire la propria valutazione a quella, logicamente argomentata, dei giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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