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Ricorso inammissibile: i limiti del patteggiamento

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una sentenza di patteggiamento per rapina pluriaggravata. L’ordinanza chiarisce che l’impugnazione per vizio di motivazione è possibile solo se dal testo della sentenza emerge una palese causa di non punibilità. Il ricorso è stato inoltre ritenuto generico e infondato, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Limiti e Conseguenze nel Patteggiamento

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un’importante lezione sui limiti dell’impugnazione di una sentenza di patteggiamento, delineando quando un ricorso inammissibile può comportare severe conseguenze per l’imputato. Il caso riguarda un soggetto condannato per rapina pluriaggravata che, dopo aver concordato la pena, ha tentato di annullare la sentenza lamentando una motivazione carente.

La Vicenda Processuale: Dal Patteggiamento al Ricorso

In primo grado, il Tribunale di Bergamo, su richiesta concorde delle parti, applicava all’imputato una pena di tre anni e quattro mesi di reclusione e 1.200 euro di multa per rapina pluriaggravata. La pena era stata determinata previa concessione di un’attenuante e l’esclusione della recidiva.

Successivamente, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la motivazione della sentenza fosse solo apparente. A suo dire, il giudice si era limitato a utilizzare “formule di stile” per escludere la presenza di cause di proscioglimento previste dall’art. 129 del codice di procedura penale, senza fornire una giustificazione concreta. Si trattava, secondo la difesa, di una motivazione inesistente che viziava il provvedimento.

L’Analisi della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: il controllo di legittimità su una sentenza di patteggiamento, per quanto riguarda il vizio di motivazione, è estremamente limitato. Può avvenire soltanto se dal testo stesso della sentenza impugnata emerge in modo evidente la sussistenza di una causa di non punibilità (ad esempio, il fatto non costituisce reato).

In altre parole, non è sufficiente lamentare che il giudice abbia usato frasi standard. È necessario che la sentenza, letta nella sua interezza, riveli palesemente un errore che avrebbe dovuto portare al proscioglimento immediato. In questo caso, nulla di tutto ciò emergeva.

I Principi di Specificità e Fondatezza del Ricorso

La Corte ha inoltre qualificato il ricorso come inammissibile per altre due ragioni fondamentali:

1. Mancanza di specificità: La difesa non aveva indicato quali elementi concreti, presenti negli atti, fossero stati ignorati o mal valutati dal giudice di merito. Un’impugnazione non può basarsi su una critica generica, ma deve individuare con precisione i punti della decisione che si contestano e le ragioni fattuali e giuridiche a supporto.
2. Manifesta infondatezza: Il ricorso è stato ritenuto palesemente infondato perché il giudice di primo grado si era correttamente attenuto all’accordo tra le parti. Aveva verificato la correttezza della qualificazione giuridica del fatto e, sulla base degli atti, aveva motivatamente escluso la presenza dei presupposti per il proscioglimento, ritenendo congrua la pena concordata.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sulla natura stessa del patteggiamento. In questo rito, l’imputato rinuncia a un pieno accertamento dei fatti in cambio di uno sconto di pena. Di conseguenza, anche l’onere motivazionale del giudice è ridotto: egli deve verificare la volontarietà della richiesta, la correttezza della qualificazione del reato e l’assenza di evidenti cause di proscioglimento. Il giudice non è tenuto a redigere una motivazione complessa come quella di una sentenza emessa dopo un dibattimento. L’uso di formule che attestano l’avvenuto controllo è, in questo contesto, sufficiente, a meno che non vi sia una palese contraddizione con gli atti processuali.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che la strada per impugnare una sentenza di patteggiamento è molto stretta e rischiosa. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro. La decisione serve da monito: prima di intraprendere un’azione legale di questo tipo, è fondamentale valutare con estremo rigore la sussistenza di motivi specifici, concreti ed evidenti, poiché le critiche generiche alla motivazione sono destinate al fallimento e a un aggravio di costi per il ricorrente.

Quando è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per vizio di motivazione?
L’impugnazione è possibile solo se dal testo stesso della sentenza emerge in modo evidente la sussistenza di una causa di proscioglimento prevista dall’art. 129 del codice di procedura penale. Una critica generica all’uso di “formule di stile” non è sufficiente.

Cosa si intende per ricorso “privo di specificità”?
Significa che l’atto di impugnazione non indica con precisione gli elementi specifici (ad esempio, prove o atti del fascicolo) che il giudice avrebbe ignorato o valutato erroneamente. Il ricorso deve essere dettagliato e non limitarsi a una contestazione generica.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata determinata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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