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Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di merito

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto aggravato. La decisione si fonda sulla genericità e manifesta infondatezza del motivo, che si limitava a riproporre censure già esaminate e respinte in appello, tentando una non consentita rivalutazione dei fatti di merito.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Rigetta l’Appello per Genericità

L’ordinanza n. 7759 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata possa portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo caso sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un giudice di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge. Analizziamo la decisione per comprendere i limiti e i requisiti di un ricorso efficace.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso nasce da una condanna per i reati di furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.), confermata sia in primo grado che dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato, ritenuto colpevole e con l’aggravante della recidiva specifica, decide di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la presunta mancanza di motivazione e violazione di legge nella sentenza d’appello riguardo all’affermazione della sua responsabilità.

Il Ricorso Inammissibile e i Motivi della Decisione

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha rapidamente liquidato come inammissibile per due ragioni principali: genericità e manifesta infondatezza. I giudici hanno osservato che il motivo di ricorso non faceva altro che riproporre le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte territoriale. In sostanza, l’appellante non ha sollevato nuove questioni di diritto o vizi logici specifici della sentenza impugnata, ma ha semplicemente manifestato il suo dissenso con la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove operata dai giudici di merito.

La Funzione della Corte di Cassazione

L’ordinanza ribadisce un concetto cardine: la Corte di Cassazione non ha il potere di procedere a una “rilettura” degli elementi di fatto. La valutazione delle prove, la scelta di quali ritenere attendibili e la ricostruzione storica dell’evento sono compiti riservati in via esclusiva al giudice di merito (tribunale e corte d’appello). Proporre una diversa interpretazione delle risultanze processuali, anche se plausibile, non costituisce un vizio di legittimità che possa essere fatto valere in Cassazione. Il ricorso è ammissibile solo se evidenzia un vizio logico palese o una violazione di specifiche norme di legge nel ragionamento del giudice, non se si limita a contestare il risultato di tale ragionamento.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha sottolineato come la sentenza impugnata fosse, al contrario di quanto lamentato, “pianamente motivata e argomentata sotto il profilo della congruità e della logicità”. La decisione della Corte d’Appello aveva analizzato tutte le questioni sollevate dalla difesa, fornendo una giustificazione logica e coerente per la conferma della condanna. Poiché il ricorso si configurava come un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sui fatti, mascherato da censura di legittimità, è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione infondata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di formulare ricorsi per cassazione con estrema precisione tecnica. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è indispensabile che i motivi non siano una mera riproduzione di argomenti già respinti, ma che identifichino specifici vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma di legge o una manifesta illogicità della motivazione che emerga dal testo stesso del provvedimento. Chiedere alla Cassazione di rivalutare le prove o di preferire una diversa ricostruzione dei fatti è una strategia destinata al fallimento e comporta conseguenze economiche per il ricorrente.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il motivo presentato era generico, in quanto si limitava a riproporre censure già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, e manifestamente infondato, poiché la sentenza impugnata era logicamente motivata.

Cosa non può fare la Corte di Cassazione quando esamina un ricorso?
La Corte di Cassazione non può procedere a una nuova valutazione dei fatti o delle prove del processo. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza, non sostituire il proprio giudizio a quello dei giudici di merito.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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