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Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 06/05/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici, ripetitivi dell’atto di appello e miravano a una nuova valutazione dei fatti, compito esclusivo del giudice di merito. Questa decisione conferma che il giudizio di legittimità non può riconsiderare il quantum della pena se la motivazione è logica. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’ordinanza della Corte di Cassazione del 6 maggio 2025 offre uno spunto fondamentale per comprendere i confini del giudizio di legittimità e le ragioni che portano a un ricorso inammissibile. Questo provvedimento ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma il custode della corretta applicazione della legge.

Il Caso in Esame

Un imputato, dopo la condanna in Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, i motivi addotti sono stati ritenuti dalla Suprema Corte del tutto inadeguati a superare il vaglio di ammissibilità, portando a una declaratoria di inammissibilità e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Ragioni del Ricorso Inammissibile

La Corte ha bocciato il ricorso per una serie di vizi che ne hanno minato alla base la stessa procedibilità. L’analisi della Corte si è concentrata sulla natura dei motivi proposti, evidenziando come questi non fossero conformi ai requisiti richiesti per un ricorso di legittimità.

Genericità e Ripetitività dei Motivi

Il primo grande ostacolo è stato la genericità e la natura ripetitiva dei motivi. Il ricorrente, secondo la Corte, si è limitato a riproporre le stesse doglianze già presentate nell’atto di appello, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Questo atteggiamento dimostra una confusione tra i diversi gradi di giudizio: l’appello consente una rivalutazione del fatto, mentre il ricorso per cassazione deve denunciare precise violazioni di legge o vizi logici della motivazione.

L’Intoccabilità della Valutazione del Giudice di Merito

Un altro punto cruciale riguarda il tentativo di ‘attaccare’ i profili sanzionatori della sentenza. Il ricorrente ha contestato l’eccessività e la sproporzione della pena. La Cassazione ha ribadito che la determinazione del quantum (la quantità) e del quomodo (le modalità) della pena è una prerogativa esclusiva del giudice di merito. Tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o contraddittoria, vizi che nel caso di specie non erano stati nemmeno specificati dal ricorrente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando come il ricorso non fosse altro che una sterile riproduzione delle lamentele già esaminate e respinte in appello. In particolare, la Corte ha osservato che le questioni giuridiche sollevate, come la riqualificazione del reato, erano state trattate in modo del tutto generico. Per quanto riguarda la pena, il ricorso si limitava a denunciare un’eccessività astratta, senza individuare alcun vizio logico nella decisione del giudice d’appello. La Corte ha concluso che confondere i confini tra l’atto di appello e il ricorso per cassazione porta inevitabilmente a un esito di inammissibilità.

Le Conclusioni

La decisione in commento è un monito importante: il ricorso per Cassazione è uno strumento tecnico che richiede rigore e specificità. Non può essere utilizzato come un’ultima spiaggia per tentare una generica revisione del processo. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è solo una sanzione processuale, ma la logica conseguenza di un’impugnazione che non rispetta le sue regole fondamentali. Per il cittadino, ciò significa che la strategia difensiva deve essere calibrata fin dal primo grado, poiché le possibilità di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti si esauriscono con il giudizio d’appello.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi erano generici, si limitavano a riprodurre le doglianze dell’atto di appello e contestavano la valutazione dei fatti e della pena, che sono di competenza esclusiva del giudice di merito e non possono essere riesaminate in Cassazione se la motivazione è logica e non contraddittoria.

Cosa non si può contestare con un ricorso in Cassazione secondo questa ordinanza?
Non si può contestare la valutazione sul quantum (quantità) e sul quomodo (modalità) della pena decisa dal giudice di merito, a meno che non si dimostri una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria. Inoltre, non si può chiedere un riesame dei fatti del processo.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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