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Ricorso inammissibile: i limiti del concordato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza di concordato in appello per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. La Corte chiarisce che, accettando il concordato, l’imputato rinuncia a contestare la propria responsabilità, rendendo impossibile sollevare tale questione in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando il Concordato in Appello preclude l’Assoluzione

L’ordinanza in esame offre un chiarimento fondamentale sui limiti dell’impugnazione in Cassazione a seguito di un concordato in appello, popolarmente noto come ‘patteggiamento in appello’. La Suprema Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile, ribadendo un principio consolidato: chi accetta di concordare la pena rinuncia implicitamente a contestare la propria colpevolezza. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Tale sentenza era stata emessa a seguito di un accordo tra le parti, ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale, per il reato di resistenza a un pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).

Nonostante l’accordo raggiunto in secondo grado, l’imputato decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione, lamentando unicamente la mancata assoluzione. In sostanza, pur avendo concordato la pena, il ricorrente cercava di ottenere un proscioglimento nel merito in sede di legittimità.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una procedura snella e senza udienza pubblica (de plano), ha rigettato il ricorso dichiarandolo inammissibile. La decisione è netta e non lascia spazio a interpretazioni: i motivi addotti dal ricorrente non rientrano tra quelli consentiti dalla legge per impugnare una sentenza di concordato.

La conseguenza diretta di questa declaratoria di inammissibilità è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione palesemente infondata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il cuore della motivazione risiede nella natura stessa del concordato in appello. La Corte ha richiamato il principio secondo cui, aderendo a tale istituto, l’imputato accetta una determinata pena in cambio della rinuncia a far valere determinati motivi di appello. Tra i motivi a cui si rinuncia vi è, per definizione, la contestazione della responsabilità penale.

Di conseguenza, non è possibile presentare un ricorso in Cassazione basato esclusivamente sulla richiesta di assoluzione, poiché tale doglianza riguarda proprio la responsabilità che l’imputato ha implicitamente ammesso accettando il concordato. Il ricorso, limitandosi a censurare la mancata assoluzione, non ha dedotto alcuno dei motivi validi che la legge consente per contestare una sentenza di questo tipo.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza un punto cruciale per la difesa tecnica: la scelta di accedere al concordato in appello è una decisione strategica con conseguenze definitive. L’imputato e il suo legale devono essere pienamente consapevoli che tale accordo preclude la possibilità di rimettere in discussione la colpevolezza nelle successive fasi del giudizio. La sentenza cristallizza la responsabilità penale in cambio di un trattamento sanzionatorio concordato. L’unico ricorso possibile in Cassazione potrà riguardare vizi procedurali o errori di diritto specifici, ma non potrà mai trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza di ‘concordato in appello’ per chiedere l’assoluzione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un ricorso di questo tipo è inammissibile. Accettando il concordato, l’imputato rinuncia a contestare la propria responsabilità e, pertanto, non può sollevare doglianze relative alla mancata assoluzione in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile in questo caso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, nel caso di specie fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che la Corte ha deciso ‘de plano’?
Significa che la Corte ha emesso la sua decisione con una procedura semplificata e senza la necessità di un’udienza pubblica, poiché ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e quindi non meritevole di una discussione approfondita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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