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Ricorso inammissibile: guida senza patente e attenuanti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per guida senza patente. I motivi, basati su presunta incapacità di intendere e di volere, applicabilità della particolare tenuità del fatto e diniego delle attenuanti generiche, sono stati respinti in quanto infondati e contrari ai consolidati orientamenti giurisprudenziali. La condanna è quindi diventata definitiva, con l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e un’ammenda.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione fa chiarezza su guida senza patente e attenuanti

Quando un ricorso per Cassazione viene presentato senza un solido fondamento giuridico, il suo esito è spesso segnato: viene dichiarato ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, affrontando un caso di guida senza patente e respingendo punto per punto i motivi di impugnazione. La decisione ribadisce principi fondamentali in materia di capacità di intendere e volere, applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e concessione delle attenuanti generiche.

Il Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da una sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare che riteneva un soggetto responsabile del reato di guida senza patente, previsto dall’art. 116 del Codice della Strada. Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, articolando la sua difesa su tre distinti motivi, sperando di ottenere l’annullamento della condanna.

I Motivi del Ricorso e la Risposta della Corte

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre argomentazioni principali, ciascuna delle quali è stata attentamente esaminata e respinta dai Giudici di legittimità, portando a una declaratoria di ricorso inammissibile.

L’Incapacità di Intendere e Volere: Una Difesa Insufficiente

Il primo motivo di ricorso faceva leva su una presunta violazione dell’art. 88 del codice penale, sostenendo una totale incapacità di intendere e di volere al momento del fatto. La Corte ha definito questo motivo ‘meramente avversativo’, ovvero una semplice contrapposizione alla decisione del giudice di merito, senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata. Quest’ultima, infatti, aveva già recepito le conclusioni del perito, il quale aveva escluso che la condizione dell’imputato fosse tale da ‘elidere integralmente’ la sua capacità.

Guida Senza Patente e la Non Applicabilità della ‘Particolare Tenuità del Fatto’

Il secondo motivo riguardava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Anche in questo caso, la Corte ha rigettato la doglianza, richiamando il suo consolidato orientamento. La contravvenzione di guida senza patente assume rilevanza penale solo in caso di recidiva nel biennio. Questa circostanza, per sua natura, esclude il requisito della ‘non abitualità’ del comportamento, che è indispensabile per poter applicare l’istituto della particolare tenuità del fatto.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche e il Ricorso Inammissibile

Infine, il ricorrente lamentava il diniego delle attenuanti generiche. La Cassazione ha ribadito un altro principio fondamentale: per motivare il diniego, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che si concentri sugli elementi ritenuti decisivi. Nel caso di specie, il giudice di merito aveva correttamente fondato la sua decisione sull’assenza di elementi positivi e sulla ‘pessima biografia penale’ dell’imputato, una valutazione ritenuta sufficiente e logica dalla Suprema Corte.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte di dichiarare il ricorso inammissibile si fonda sulla manifesta infondatezza di tutti i motivi proposti. I giudici hanno rilevato come il ricorrente non si sia confrontato adeguatamente con le motivazioni della sentenza impugnata e abbia sollevato questioni già ampiamente risolte dalla giurisprudenza consolidata. La Corte ha agito come custode della corretta interpretazione della legge, evitando di rimettere in discussione principi ormai stabili e confermando la logicità e la correttezza della decisione del giudice di grado inferiore.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito sulla necessità di presentare ricorsi per Cassazione ben motivati e fondati su solide argomentazioni giuridiche. Tentare di rimettere in discussione valutazioni di fatto o proporre tesi contrarie a orientamenti giurisprudenziali consolidati conduce quasi inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Per l’imputato, ciò significa non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’onere aggiuntivo del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono manifestamente infondati, si limitano a contestare la valutazione dei fatti senza individuare vizi di legge, o si pongono in contrasto con orientamenti giurisprudenziali consolidati senza offrire argomentazioni nuove e persuasive.

La difesa della ‘particolare tenuità del fatto’ si applica al reato di guida senza patente?
No, secondo la decisione della Corte, questa causa di non punibilità non è applicabile alla contravvenzione di guida senza patente quando assume rilevanza penale (cioè in caso di recidiva nel biennio), poiché manca il requisito della non abitualità del comportamento.

Come deve motivare un giudice il diniego delle attenuanti generiche?
Il giudice non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento, ma può motivare il diniego facendo riferimento agli aspetti ritenuti decisivi, come l’assenza di elementi positivi di valutazione e una biografia penale negativa del condannato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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