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Ricorso inammissibile guida in stato di ebbrezza: motivi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La decisione sottolinea che motivi non sollevati in appello, come dubbi sull’etilometro, non possono essere introdotti in Cassazione. Si chiarisce inoltre che la non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata correttamente esclusa a causa della condotta dell’imputato e dell’elevato tasso alcolemico, rendendo il ricorso inammissibile per guida in stato di ebbrezza.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Guida in Stato di Ebbrezza: Quando i Motivi di Appello sono Tardivi

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di guida in stato di ebbrezza, stabilendo principi cruciali sui limiti del ricorso e sulla tempestività delle eccezioni difensive. La decisione chiarisce perché un ricorso inammissibile per guida in stato di ebbrezza può derivare dalla mancata proposizione di specifiche censure nel giudizio di appello, con conseguenze significative per l’imputato. Analizziamo la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado dal Tribunale per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2, lett. b) del Codice della Strada. La sentenza veniva successivamente confermata dalla Corte d’Appello, realizzando una cosiddetta “doppia conforme” di condanna.

Contro la decisione di secondo grado, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, lamentando vizi di violazione di legge e di motivazione in merito alla sua responsabilità penale. Tra i motivi sollevati vi erano presunte irregolarità nel funzionamento dell’etilometro e incongruenze tra gli atti della polizia giudiziaria. Inoltre, si contestava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile per Guida in Stato di Ebbrezza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un vaglio preliminare, ritenendo che il ricorso non superasse i requisiti per essere esaminato. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio in caso di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni di carattere prevalentemente processuale, che costituiscono un importante monito per la strategia difensiva.

Motivi Nuovi e Limiti del Giudizio di Legittimità

Il punto centrale della decisione riguarda la novità di alcuni motivi di ricorso. La Corte ha evidenziato che le censure relative alla regolarità dell’etilometro e alle presunte incongruenze degli atti non erano mai state sollevate nei motivi d’appello. Secondo un principio consolidato, non è possibile presentare per la prima volta in Cassazione doglianze che non siano state sottoposte al vaglio del giudice di secondo grado. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare tutti gli aspetti della vicenda, ma un controllo sulla legittimità delle decisioni precedenti basato sui motivi già discussi.

Inoltre, le lamentele sulla ricostruzione dei fatti (come la presenza o meno di pioggia) sono state qualificate come motivi di merito, volti a ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove. Tale attività è preclusa alla Corte di Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non ricostruire i fatti.

La Questione della Particolare Tenuità del Fatto (Art. 131-bis c.p.)

Un altro aspetto cruciale del ricorso inammissibile per guida in stato di ebbrezza riguardava la causa di non punibilità. Sebbene la questione non fosse stata sollevata in appello, la Corte ha riconosciuto che il giudice di secondo grado avrebbe potuto rilevarla d’ufficio. Tuttavia, la sentenza impugnata aveva ampiamente e logicamente spiegato perché tale causa di non punibilità non fosse applicabile nel caso di specie.

Le ragioni erano da ricercarsi in due elementi chiave:
1. Le modalità del fatto: L’imputato aveva tentato di sottrarsi alla propria responsabilità, non fermandosi immediatamente e accusando gli agenti di falso. Questo comportamento è stato ritenuto ostativo al riconoscimento della particolare tenuità.
2. La consistenza del tasso alcolemico: Un valore elevato è stato considerato un indicatore della gravità della condotta, incompatibile con la definizione di “particolare tenuità”.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce due principi fondamentali. In primo luogo, la strategia difensiva deve essere completa fin dal giudizio di appello: ogni potenziale vizio o contestazione deve essere sollevato in quella sede, pena l’impossibilità di farlo valere successivamente in Cassazione. In secondo luogo, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un’automatismo, ma richiede una valutazione complessiva della condotta, che include non solo il dato oggettivo (come il tasso alcolemico), ma anche il comportamento tenuto dall’imputato durante e dopo la commissione del reato. Per questi motivi, il tentativo di eludere un controllo o di ostacolare l’accertamento dei fatti può precludere l’accesso a questo beneficio.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione motivi di ricorso non discussi in Appello?
No, la Corte ha stabilito che i vizi, come la presunta irregolarità dell’etilometro, non dedotti nei motivi di appello non possono essere sollevati per la prima volta in sede di legittimità, in quanto il giudizio di Cassazione non può esaminare questioni nuove.

Perché è stata negata l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La Corte ha ritenuto corretta la decisione di non applicare la causa di non punibilità a causa delle specifiche modalità del fatto, caratterizzato dal tentativo del ricorrente di sottrarsi alla responsabilità e di accusare falsamente gli agenti, oltre che dalla consistenza del tasso alcolemico riscontrato.

Cosa significa che un ricorso si sostanzia in motivi di merito non ammessi in Cassazione?
Significa che il ricorrente non contesta un errore di diritto, ma chiede alla Corte di Cassazione di effettuare una nuova e diversa valutazione dei fatti e delle prove (ad esempio, l’attendibilità di un verbale). Questa attività è riservata ai giudici dei gradi precedenti (Tribunale e Corte d’Appello) e non rientra nei poteri della Cassazione, che si limita a un controllo di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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