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Ricorso inammissibile: genericità e prescrizione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili due ricorsi contro una sentenza della Corte d’Appello. Il primo ricorso, relativo a un’accusa di favoreggiamento, è stato respinto per genericità. Il secondo, basato sulla prescrizione del reato, è stato giudicato infondato perché non considerava i periodi di sospensione. La Corte ha ribadito un principio cruciale: un ricorso inammissibile impedisce di dichiarare la prescrizione maturata dopo la sentenza d’appello, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: quando la genericità preclude la prescrizione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 15050 del 2024, offre importanti chiarimenti sugli effetti di un ricorso inammissibile e sulle conseguenze che ne derivano, in particolare riguardo alla declaratoria di prescrizione del reato. La vicenda riguarda due ricorsi presentati contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano per il reato di favoreggiamento personale.

I Fatti di Causa

La controversia nasce dal ricorso di due soggetti condannati in appello. Il primo ricorrente era stato accusato di favoreggiamento personale per aver fornito dichiarazioni false riguardo alle circostanze di un suo ferimento, avvenuto a seguito di colpi d’arma da fuoco nel 2015. Egli sosteneva l’infondatezza delle accuse, ma i suoi motivi sono stati giudicati generici dalla Suprema Corte.

Il secondo ricorrente, invece, basava il suo unico motivo di ricorso sulla presunta estinzione del reato per prescrizione, sostenendo che il tempo necessario fosse maturato. Tuttavia, la sua argomentazione non teneva conto di alcuni periodi in cui il processo era stato sospeso per impedimenti della difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. Per il primo ricorrente, i giudici hanno ritenuto che le critiche alla motivazione della sentenza d’appello fossero generiche e non scalfissero la ricostruzione dei fatti, che era puntuale e dettagliata. La Corte ha sottolineato che la falsità delle dichiarazioni sulle cause del ferimento era stata congruamente motivata, rendendo irrilevante l’ignoranza sull’identità di chi avesse sparato, poiché era certa la natura delittuosa dell’evento.

Per il secondo ricorrente, il motivo sulla prescrizione è stato definito ‘manifestamente infondato’ e ‘generico’, poiché ometteva di considerare i periodi di sospensione del termine di prescrizione, pari a oltre otto mesi, dovuti a rinvii richiesti dalla difesa.

Le Motivazioni: l’impatto del ricorso inammissibile sulla prescrizione

Il punto giuridico più rilevante dell’ordinanza risiede nel principio che la Corte riafferma con forza. I giudici spiegano che la ‘genetica inammissibilità’ del ricorso impedisce la formazione di un valido rapporto processuale di impugnazione. Di conseguenza, questa condizione preclude al giudice di legittimità la possibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, qualora questa sia maturata in un momento successivo alla pronuncia della sentenza d’appello.

In altre parole, se un ricorso è viziato da inammissibilità (ad esempio per manifesta infondatezza o genericità), è come se non fosse mai stato validamente presentato. Questo ‘sbarra la strada’ a qualsiasi successiva valutazione, inclusa quella sulla prescrizione. La conseguenza diretta per i ricorrenti è stata la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Conclusioni

Questa decisione della Suprema Corte serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi specifici, pertinenti e fondati. Un ricorso inammissibile non solo non viene esaminato nel merito, ma cristallizza la situazione processuale esistente al momento della sentenza impugnata, rendendola definitiva. In particolare, preclude la possibilità di beneficiare di cause di estinzione del reato, come la prescrizione, che maturino successivamente. Per i professionisti del diritto, ciò sottolinea la necessità di un’analisi rigorosa prima di intraprendere la via dell’impugnazione, per evitare conseguenze pregiudizievoli per l’assistito.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorso basato sulla prescrizione è stato respinto?
È stato respinto perché manifestamente infondato e generico. Il ricorrente non aveva calcolato correttamente i termini, omettendo di considerare i periodi di sospensione del processo dovuti a impedimenti della difesa, che allungano il tempo necessario per la prescrizione del reato.

Un ricorso inammissibile può impedire di dichiarare la prescrizione del reato?
Sì. La Corte ha stabilito che l’inammissibilità del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, la Corte non può dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione se questa è maturata dopo la data della sentenza d’appello impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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