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Ricorso inammissibile: genericità e precedenti penali

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due individui contro una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorso è stato respinto per la genericità dei motivi, in particolare riguardo la mancata applicazione di un’attenuante e il diniego delle pene sostitutive. La Corte ha sottolineato che precedenti penali gravi, sebbene datati e non rilevanti ai fini della recidiva, possono ‘pesare’ negativamente e giustificare l’esclusione di benefici, richiedendo un programma rieducativo più specifico. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Precedenti Escludono le Pene Sostitutive

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema del ricorso inammissibile, fornendo importanti chiarimenti sul peso dei precedenti penali, anche se datati, nella valutazione della concessione di benefici come le pene sostitutive. La decisione sottolinea come la genericità dei motivi di appello e la presenza di un passato criminale, seppur non rilevante ai fini della recidiva, possano precludere l’accesso a misure alternative alla detenzione. Approfondiamo l’analisi di questa pronuncia.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro la Decisione d’Appello

Due individui avevano presentato ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. I motivi del ricorso vertevano principalmente su tre punti: la valutazione dell’aggravante delle più persone riunite, la mancata applicazione dell’attenuante della particolare tenuità del danno e, infine, l’esclusione dal beneficio delle pene sostitutive.

La difesa sosteneva che le argomentazioni della corte territoriale non fossero sufficientemente motivate su questi aspetti cruciali, chiedendo un annullamento della decisione.

I Motivi del Ricorso Inammissibile secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato completamente le argomentazioni dei ricorrenti, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. L’analisi della Corte si è concentrata sulla carenza di specificità dei motivi presentati.

Genericità sulle Attenuanti

Per quanto riguarda l’attenuante della particolare tenuità del danno (prevista dall’art. 62 n. 4 c.p.), la Cassazione ha evidenziato come il motivo di ricorso fosse strutturato in modo generico e astratto. I giudici hanno osservato che la Corte d’Appello aveva già concesso le attenuanti generiche, assorbendo di fatto lo spazio applicativo per ulteriori riduzioni di pena legate alla lieve entità del danno. Il ricorso non specificava perché, nonostante ciò, l’attenuante specifica dovesse trovare applicazione.

Il Peso dei Precedenti Penali

Il punto più significativo della decisione riguarda l’esclusione delle pene sostitutive. La Corte ha rilevato che, sebbene i precedenti penali degli imputati fossero risalenti nel tempo e tali da non integrare la recidiva, essi erano comunque ‘gravi e reiterati’. Secondo i giudici, questi precedenti ‘pesano’ negativamente nella valutazione complessiva della personalità dell’imputato. Per poter accedere a un beneficio come le pene sostitutive, che ha una chiara finalità rieducativa, sarebbe stato necessario un ‘più specifico programma rieducativo, in un regime di maggior controllo’, cosa che nel caso di specie non era stata prospettata.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che i ricorsi erano formulati in modo tale da non confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Sull’aggravante, la condotta era stata descritta come ‘coeva, congiunta ed equivalente’, motivazione ritenuta adeguata. Sulle attenuanti, la genericità del motivo non permetteva di individuare un vizio logico nella decisione della Corte d’Appello. Infine, sui precedenti penali, la loro esistenza, seppur non qualificata come recidiva, costituiva un elemento concreto e negativo che giustificava il diniego delle pene sostitutive in assenza di un progetto rieducativo rafforzato. L’inammissibilità del ricorso ha comportato, come per legge, la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: un ricorso per cassazione deve essere specifico e non limitarsi a riproporre doglianze generiche. Inoltre, offre un’importante lezione sul valore dei precedenti penali. Anche quando un precedente è ‘datato’ e non incide sulla recidiva, esso non scompare dalla storia giudiziaria di un individuo. Il giudice di merito può e deve tenerne conto nel valutare la personalità dell’imputato e la sua idoneità a beneficiare di misure alternative al carcere. La decisione conferma che l’accesso a tali benefici non è automatico ma richiede una valutazione complessiva che può essere legittimamente influenzata da un passato criminale, anche remoto.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati sono stati ritenuti generici e astratti. In particolare, non contestavano in modo specifico le argomentazioni della sentenza d’appello, specialmente riguardo all’applicazione delle attenuanti e alla valutazione dei precedenti penali.

I precedenti penali, anche se non determinano la recidiva, possono influenzare la concessione di benefici?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che precedenti penali gravi e reiterati, anche se risalenti nel tempo e non sufficienti a configurare la recidiva, ‘pesano’ negativamente nella valutazione del giudice e possono legittimamente portare all’esclusione di benefici come le pene sostitutive.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la decisione impugnata diventa definitiva. Inoltre, la legge prevede che i ricorrenti vengano condannati al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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