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Ricorso inammissibile: genericità e oneri economici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché generico e volto a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. L’imputata lamentava vizi di motivazione e il mancato riconoscimento di attenuanti, ma le censure sono state ritenute una mera riproposizione di quelle d’appello. La decisione comporta la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione è Generico e di Merito

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, ma non è una terza occasione per ridiscutere i fatti. La Corte di Cassazione, come giudice di legittimità, ha un ruolo ben preciso: verificare la corretta applicazione della legge. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di un’impugnazione che non rispetta questi confini, come chiarito da una recente ordinanza che analizzeremo. Questo provvedimento ci offre uno spunto per capire perché un ricorso viene respinto e quali sono i costi di un’iniziativa legale giudicata palesemente infondata.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Arezzo, successivamente confermata dalla Corte di Appello di Firenze. L’imputata, ritenuta colpevole del reato ascrittole, ha deciso di tentare l’ultima via legale proponendo ricorso per cassazione al fine di ottenere l’annullamento della sentenza di condanna.

Le Ragioni dell’Impugnazione

Nel suo ricorso, la difesa ha sollevato diverse critiche alla sentenza della Corte d’Appello, tra cui:
1. Vizio di motivazione: si lamentava un’inadeguata valutazione delle prove raccolte durante il processo.
2. Violazione di legge: si contestava il mancato riconoscimento di una circostanza attenuante (prevista dall’art. 62, n. 4, c.p.) e la mancata esclusione della recidiva.
3. Errato bilanciamento delle circostanze: si criticava la decisione dei giudici di considerare equivalenti le circostanze attenuanti e aggravanti, anziché far prevalere le prime.

In sostanza, la ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione di riesaminare le scelte fatte dai giudici di merito.

Le motivazioni della Cassazione: i confini del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile con motivazioni nette e precise, che ribadiscono principi fondamentali della procedura penale. I giudici supremi hanno stabilito che le censure sollevate erano del tutto generiche e fondate su questioni di merito.

La Differenza tra Merito e Legittimità

La Corte ha sottolineato che il suo compito non è quello di fornire una lettura alternativa delle prove o di rivalutare il compendio probatorio. Questo tipo di analisi, definita ‘giudizio di merito’, è di esclusiva competenza del Tribunale e della Corte d’Appello. Il ‘giudizio di legittimità’, proprio della Cassazione, si limita a verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Genericità e Reiterazione dei Motivi

Inoltre, il ricorso è stato considerato una semplice reiterazione delle argomentazioni già presentate e respinte in appello. La difesa non ha formulato una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza di secondo grado, ma si è limitata a riproporre le stesse lamentele. Un ricorso, per essere ammissibile, deve confrontarsi direttamente con le ragioni della decisione che impugna, evidenziandone le specifiche falle logiche o giuridiche, e non limitarsi a manifestare un generico dissenso.

Le conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali. Ma non solo: la Corte può anche imporre il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Nel caso di specie, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro. Questa sanzione viene applicata perché l’evidente inammissibilità dei motivi dimostra una ‘colpa’ da parte del ricorrente nel promuovere un’impugnazione senza fondamento. La decisione, quindi, serve da monito: il ricorso in Cassazione deve essere uno strumento serio e mirato, non un tentativo di ottenere a tutti i costi una terza valutazione del caso.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure erano generiche, miravano a una nuova valutazione dei fatti (censure di merito), e si limitavano a ripetere argomentazioni già respinte in appello senza confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘giudizio di legittimità’ in contrapposizione al ‘giudizio di merito’?
Il ‘giudizio di merito’ (primo e secondo grado) consiste nell’analizzare le prove e ricostruire i fatti. Il ‘giudizio di legittimità’, proprio della Corte di Cassazione, si limita invece a verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica, senza poter riesaminare le prove.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, a causa della palese infondatezza del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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