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Ricorso inammissibile: genericità e incomprensibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un detenuto contro il diniego della liberazione anticipata. La decisione si fonda sulla genericità, aspecificità e parziale incomprensibilità dei motivi di appello, che non affrontavano adeguatamente le ragioni del provvedimento impugnato, basato sulla commissione di nuovi reati durante il periodo di detenzione. Questo caso evidenzia come un ricorso inammissibile non possa essere esaminato nel merito.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Boccia l’Appello Generico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27128/2024, ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: la necessità di specificità e chiarezza nei motivi di impugnazione. Un appello formulato in modo vago e confuso è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile, senza che i giudici possano entrare nel merito della questione. Il caso in esame riguarda un detenuto che si è visto negare il beneficio della liberazione anticipata a causa della sua persistente pericolosità sociale, dimostrata dalla commissione di nuovi reati.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato per reati di grave allarme sociale tra cui associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.), estorsione e usura, presentava un’istanza per ottenere la liberazione anticipata per due semestri compresi tra il 2001 e il 2002. Il Magistrato di Sorveglianza prima, e il Tribunale di Sorveglianza di Napoli in sede di reclamo poi, rigettavano la richiesta. La ragione del diniego era chiara: durante quel periodo, il soggetto aveva commesso altri reati, dimostrando una totale assenza di adesione al percorso rieducativo, requisito essenziale per la concessione del beneficio.
Contro questa decisione, il condannato proponeva ricorso per cassazione, lamentando una presunta “illogicità manifesta” nella motivazione del Tribunale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della richiesta di liberazione anticipata, ma si ferma a un livello preliminare, analizzando la forma e la sostanza dell’atto di impugnazione. La Corte ha ritenuto che il ricorso fosse generico, aspecifico e, in alcune parti, persino incomprensibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver promosso un’impugnazione irrituale.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La sentenza offre una chiara lezione sulla redazione degli atti giudiziari. I giudici hanno evidenziato tre difetti capitali che hanno reso il ricorso inammissibile:
1. Genericità e Aspecificità: Il ricorrente non ha formulato una critica puntuale e comprensibile contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza. La doglianza appariva confusa, rendendo impossibile per la Corte comprendere quale fosse l’effettivo vizio logico o giuridico denunciato.
2. Mancato Confronto con la Decisione Impugnata: L’appello si limitava a richiamare genericamente un’altra sentenza di condanna, senza spiegare come questa potesse inficiare il ragionamento del Tribunale. Il provvedimento impugnato, invece, si basava su una nota della Direzione Distrettuale Antimafia che attestava la piena operatività del clan di appartenenza del ricorrente e il suo coinvolgimento in attività illecite proprio nel periodo in esame. Il ricorso non ha minimamente affrontato questo punto cruciale.
3. Tecnica Espositiva Caotica: La Corte ha citato un proprio precedente (sentenza n. 57737/2018) per sottolineare come un ricorso caratterizzato da una pluralità di questioni eccentriche, che rendono l’illustrazione dei motivi ridondante e caotica, sia inammissibile. In sostanza, un atto confusionario non permette al giudice di svolgere il proprio ruolo di controllo di legittimità.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui l’accesso alla giustizia, specialmente ai gradi più alti, richiede il rispetto di regole formali e sostanziali precise. Un ricorso in Cassazione non è una semplice lamentela, ma un atto tecnico che deve individuare con precisione i vizi di legge del provvedimento che si intende contestare. La genericità e la confusione espositiva non sono semplici imprecisioni, ma difetti che minano la funzione stessa dell’impugnazione, portando a una dichiarazione di inammissibilità e alla condanna alle spese. Per i professionisti del diritto, è un monito a curare con la massima diligenza la redazione degli atti, mentre per i cittadini è la conferma che il successo di un’azione legale dipende non solo dalle ragioni di merito, ma anche dal rigore con cui vengono presentate.

Perché il ricorso del detenuto è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico, aspecifico e in parte incomprensibile. Non esponeva chiaramente le ragioni della contestazione e non si confrontava con la motivazione specifica del provvedimento impugnato, risultando caotico nella sua esposizione.

Qual era il motivo originale per cui era stata negata la liberazione anticipata?
La liberazione anticipata era stata negata perché il detenuto aveva commesso altri reati nel medesimo arco temporale per cui chiedeva il beneficio. Questo dimostrava, secondo il Tribunale di Sorveglianza, una “evidente assenza di adesione al percorso rieducativo”.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in caso di colpa (come in questa fattispecie), anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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