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Ricorso inammissibile: genericità e condanna spese

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. L’imputato, condannato per evasione, non ha contestato specificamente le motivazioni della Corte d’Appello. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3000 euro.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Caro

Presentare un appello in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per essere esaminato nel merito deve rispettare requisiti precisi. Un ricorso inammissibile per genericità non solo preclude la discussione, ma comporta anche conseguenze economiche significative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, condannando un ricorrente al pagamento delle spese e di una cospicua sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo per il reato di evasione. Non accettando la decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della condanna. Il suo obiettivo era dimostrare l’insussistenza degli elementi costitutivi del reato contestato.

La Decisione della Corte di Cassazione

Gli Ermellini, con l’ordinanza in commento, hanno messo un punto fermo alla questione senza nemmeno entrare nel merito dei fatti. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non si basa su una valutazione dell’innocenza o colpevolezza del ricorrente, ma su un vizio procedurale fondamentale del suo atto di appello. La conseguenza diretta, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Genericità che rende il Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui la Cassazione ha respinto l’appello. Il motivo dedotto dal ricorrente è stato giudicato affetto da “genericità assoluta”. In pratica, le argomentazioni presentate non erano sufficientemente specifiche e non si confrontavano in modo critico e puntuale con le ragioni esposte nella sentenza della Corte d’Appello. Quest’ultima, al contrario, era stata ritenuta congruamente motivata e basata su una valutazione coerente delle risultanze istruttorie. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse tesi difensive già respinte, ma deve individuare e contestare specifici errori di diritto commessi dal giudice precedente. La mancanza di questa specificità rende l’atto d’impugnazione inefficace e, quindi, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’importanza della specificità dei motivi di ricorso. Un appello superficiale o generico è destinato a fallire e a comportare costi aggiuntivi per chi lo propone. La condanna al pagamento della sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Per i cittadini e i professionisti legali, questa decisione è un monito a redigere atti di impugnazione accurati, dettagliati e focalizzati sulle reali criticità giuridiche della sentenza che si intende contestare, per evitare che il ricorso inammissibile si trasformi in una sconfitta su tutti i fronti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché affetto da ‘genericità assoluta’, ovvero i motivi presentati non contestavano in modo specifico e puntuale le argomentazioni della sentenza della Corte d’Appello, la quale era invece stata considerata congruamente motivata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro in favore della cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria stabilita in questo caso?
La Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende, ritenendola una cifra equa in ragione delle questioni dedotte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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