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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi e oneri

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi. L’imputato, condannato per violazione di misure preventive, aveva presentato un appello che si limitava a reiterare doglianze già respinte in secondo grado, senza specificare gli errori nella motivazione della sentenza. La decisione sottolinea come la mancanza di specificità renda l’impugnazione non scrutinabile, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Onere della Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede non solo la conoscenza del diritto, ma anche un rigore formale imprescindibile. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile per genericità dei motivi non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche severe conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio gli oneri a carico della difesa.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Lecco nei confronti di un imputato per reati previsti dagli articoli 81 del codice penale e 75 del d.lgs. 159/2011. La sentenza di primo grado è stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Milano. Ritenendo ingiusta la decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione della sentenza d’appello.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha basato il proprio ricorso su una presunta violazione dell’art. 606, lett. e) del codice di procedura penale, sostenendo la mancanza e l’illogicità della motivazione con cui i giudici di secondo grado avevano confermato la colpevolezza dell’imputato. Inoltre, veniva contestato il rigetto della richiesta di nullità della sentenza per presunte incongruenze nelle date di commissione dei reati.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. Questa decisione si fonda su un vizio procedurale ben preciso: la genericità e l’aspecificità dei motivi addotti.

La Genericità come Vizio Fatale

Secondo gli Ermellini, il ricorso si limitava a reiterare le stesse doglianze già affrontate e risolte con una motivazione congrua dalla Corte d’Appello. La difesa, nell’affermare che i giudici avessero errato nella valutazione delle prove o omesso di considerare elementi a favore dell’imputato, non ha specificato quali parti della motivazione fossero viziate né quali fossero gli elementi pretermessi. Questo approccio rende il ricorso generico e, di conseguenza, inammissibile. Anche la censura relativa all’incongruenza delle date è stata giudicata aspecifica, poiché la condanna si riferiva a episodi chiaramente identificati.

La Condanna alle Spese e alla Cassa delle Ammende

La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. In aggiunta, non ravvisando ipotesi di esonero, la Corte lo ha condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Suprema Corte è netta e didattica: non è sufficiente lamentare un errore del giudice di merito. È necessario che il ricorrente indichi in modo puntuale e specifico dove risieda l’errore logico o giuridico della sentenza impugnata. Limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte, senza criticare in modo mirato il ragionamento del giudice d’appello, trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito, funzione che non spetta alla Corte di Cassazione. Il ricorso deve essere una critica puntuale alla decisione di secondo grado, non una semplice riedizione delle tesi difensive.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale nella redazione degli atti di impugnazione. Chi intende ricorrere in Cassazione ha l’onere di formulare censure specifiche, dettagliate e pertinenti, dimostrando concretamente le falle logiche o giuridiche della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile per genericità non solo preclude ogni possibilità di successo, ma espone il ricorrente a sanzioni economiche significative, sottolineando la serietà e il rigore che devono caratterizzare l’accesso al giudizio di legittimità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la genericità e aspecificità dei motivi, in quanto si limitava a reiterare doglianze già affrontate e risolte dalla Corte d’Appello, senza specificare quali parti della motivazione fossero viziate o quali elementi probatori fossero stati omessi o erroneamente valutati.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che la critica mossa alla sentenza impugnata è vaga e non indica in modo preciso e dettagliato l’errore di diritto o il vizio logico nel ragionamento del giudice. Non è sufficiente affermare che la decisione è sbagliata, ma occorre spiegare specificamente il perché.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, salvo specifiche ipotesi di esonero, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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