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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi di appello

Un soggetto condannato per la violazione degli obblighi della sorveglianza speciale ha presentato appello in Cassazione lamentando una ‘palese illogicità della motivazione’. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi di appello troppo generici e assertivi, in quanto si limitavano a negare i fatti senza sollevare censure specifiche e circostanziate contro la sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per genericità: la Cassazione fa chiarezza

Quando si decide di impugnare una sentenza di condanna, è fondamentale che i motivi del ricorso siano specifici, dettagliati e pertinenti. Un appello basato su affermazioni generiche rischia di essere dichiarato ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo propone. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, offre un esempio lampante di questa dinamica, confermando una condanna per violazione della sorveglianza speciale.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che includeva l’obbligo di soggiorno e precise restrizioni orarie. Nello specifico, gli era stato imposto di non rincasare la sera dopo le 21:00 e di non uscire la mattina prima delle 6:30. L’imputato aveva violato ripetutamente queste prescrizioni, motivo per cui era stato processato e condannato dalla Corte d’Appello.

L’Appello e il Vizio di ‘Palese Illogicità’

Contro la sentenza di condanna, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la ‘palese illogicità della motivazione’. Sostanzialmente, la difesa lamentava che il ragionamento seguito dai giudici d’appello fosse viziato da un’evidente contraddizione logica. Tuttavia, l’atto di ricorso non andava oltre questa generica affermazione.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato l’atto di appello e lo ha rapidamente liquidato, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: la specificità dei motivi di ricorso. Affermare semplicemente che ‘l’imputato non ha commesso il fatto’ o che la motivazione è ‘illogica’, senza indicare precisamente quali passaggi della sentenza sarebbero errati e perché, equivale a non presentare un motivo valido.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Nel motivare la propria decisione, la Corte di Cassazione ha sottolineato come l’assunto difensivo fosse del tutto generico. Il ricorso si sostanziava in una mera riproposizione della tesi dell’innocenza, senza però confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Mancavano indicazioni specifiche sulle presunte censure di merito già sollevate in appello e sui punti della motivazione che sarebbero stati affetti dal vizio denunciato.

Al contrario, secondo gli Ermellini, la sentenza della Corte d’Appello aveva illustrato in modo sintetico ma efficace gli elementi costitutivi del reato. La ricostruzione dei fatti e l’attribuzione della responsabilità penale all’imputato erano state eseguite in modo congruente e senza evidenti ‘fratture logiche’. Di fronte a un ricorso così vago, i giudici non hanno potuto fare altro che dichiararne l’inammissibilità.

Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Generico

La pronuncia in esame ribadisce un’importante lezione: un ricorso per Cassazione non può essere una semplice lamentela. Deve essere un’analisi tecnica e puntuale, capace di individuare e dimostrare i vizi specifici della decisione impugnata. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e il pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in tremila euro. Questa sanzione viene inflitta quando non vi sono elementi per escludere la colpa del ricorrente nell’aver promosso un’impugnazione priva dei requisiti minimi di legge.

Per quale motivo il ricorrente è stato condannato?
Il ricorrente è stato condannato perché, essendo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, ha violato più volte la prescrizione di non rincasare la sera più tardi delle ore 21:00 e di non uscire la mattina prima delle ore 6:30.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il motivo presentato era generico. La difesa si è limitata a lamentare una ‘palese illogicità della motivazione’ e a sostenere che l’imputato ‘non ha commesso il fatto’, senza fornire indicazioni specifiche sulle censure di merito e sui punti della sentenza che sarebbero stati viziati.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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