Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Genericità dei Motivi
Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso rispetto a una sentenza precedente. I motivi devono essere specifici, pertinenti e critici. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la mancanza di questi requisiti porti a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo questa ordinanza per comprendere meglio i principi applicati.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da una condanna per il reato di simulazione di reato, confermata dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando sia l’affermazione della sua responsabilità penale sia l’adeguatezza della pena inflittagli. L’appello si basava su censure che, secondo la difesa, avrebbero dovuto portare all’annullamento della sentenza di condanna.
La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 13 dicembre 2024, ha messo un punto fermo sulla vicenda, dichiarando il ricorso inammissibile.
Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un gradino prima, rilevando un vizio insanabile nell’atto di impugnazione. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità.
Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il cuore della decisione risiede nella motivazione addotta dai giudici di legittimità. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso del tutto generici. Questo significa che le argomentazioni presentate dall’imputato non erano altro che una riproposizione delle stesse censure già esaminate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello.
In altre parole, il ricorrente si è limitato a ripetere le sue tesi difensive senza confrontarsi specificamente con le ragioni giuridiche e fattuali esposte nella sentenza impugnata. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ripresentare all’infinito le stesse questioni, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.
La Corte ha inoltre sottolineato come la sentenza d’appello fosse ben motivata, basandosi su un “adeguato supporto probatorio” per affermare la responsabilità dell’imputato. Anche la pena era stata considerata congrua, tenendo conto dei “plurimi precedenti penali” a carico della stessa persona. La mancanza di una critica puntuale e argomentata a queste solide basi ha reso il ricorso inevitabilmente inammissibile.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: un ricorso, specialmente in Cassazione, deve essere un atto tecnico di alta precisione. Non può essere una lamentela generica. È necessario individuare i vizi specifici della sentenza che si intende impugnare – siano essi violazioni di legge o difetti di motivazione – e sviluppare un’argomentazione critica che li metta in luce.
La declaratoria di ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche un onere economico significativo. Questo serve da monito: le impugnazioni devono essere ponderate e fondate su motivi seri e specifici, altrimenti il rischio è quello di vedersi chiudere le porte della giustizia e di subire un’ulteriore sanzione economica.
Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti sono stati ritenuti generici, in quanto si limitavano a riprodurre censure già esaminate e respinte dal giudice di merito, senza un’adeguata critica alla sentenza impugnata.
Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Quali elementi ha considerato la Corte per confermare la decisione del giudice di merito?
La Corte ha rilevato che la decisione del giudice di merito si basava su un adeguato supporto probatorio per l’affermazione di responsabilità per simulazione di reato e che la sanzione era adeguata, anche in considerazione dei plurimi precedenti penali dell’imputato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4263 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 4263 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 13/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a MAGENTA il 13/11/1981
avverso la sentenza del 20/12/2023 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
(Derosas)
Rilevato che i motivi dedotti si rivelano generici, in quanto riproduttivi di censure già adeguatamente vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito quanto alla sussistenza di un adeguato supporto probatorio della ribadita affermazione di responsabilità per simulazione di reato e quanto alla adeguatezza del trattamento sanzionatorio, anche alla luce dei plurimi precedenti penali dell’imputato (pag. 4 sent.).
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Roma, 13 dicembre 2024