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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per favoreggiamento personale (art. 378 c.p.). I motivi del ricorso sono stati giudicati eccessivamente generici e non specifici, confermando la decisione della Corte d’Appello. La pronuncia sottolinea che un ricorso è inammissibile se non contesta puntualmente le argomentazioni della sentenza impugnata. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase delicata che richiede rigore tecnico e precisione argomentativa. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la genericità dei motivi porta inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa ordinanza offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le conseguenze di una sua errata impostazione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello per il reato di favoreggiamento personale, previsto dall’articolo 378 del Codice Penale. L’imputato, non accettando la sentenza di secondo grado, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della condanna. Nel suo ricorso, contestava sia la configurabilità stessa del reato ascrittogli, sia la misura della pena che gli era stata irrogata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, la condanna inflitta dalla Corte d’Appello è diventata definitiva. Oltre a vedere il proprio ricorso respinto, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale, al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché un ricorso inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione netta della qualità dei motivi presentati. Essi sono stati definiti di “estrema genericità e di estrinseca aspecificità”. Questo significa che il ricorso non entrava nel merito delle argomentazioni logico-giuridiche della sentenza impugnata, ma si limitava a riproporre le stesse tesi difensive già esaminate e respinte nei gradi di merito, senza un confronto critico e specifico.

La Cassazione ha evidenziato come i temi sollevati dal ricorrente (la configurabilità del reato e l’entità della pena) fossero stati già affrontati dalla Corte d’Appello con argomenti giuridicamente corretti, puntuali e coerenti con le prove emerse nel processo. La sentenza di secondo grado, secondo i giudici di legittimità, era immune da “manifeste incongruenze logiche”. Un ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul fatto, ma deve limitarsi a individuare vizi di legittimità, ovvero errori nell’applicazione della legge o difetti logici macroscopici nella motivazione. Poiché il ricorso in esame non individuava tali vizi, ma si limitava a una generica contestazione, è stato ritenuto non meritevole di essere esaminato nel merito.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Le sue conclusioni pratiche sono chiare:

1. Necessità di Specificità: I motivi di ricorso devono essere specifici, dettagliati e devono confrontarsi direttamente con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici.
2. Divieto di Rivalutazione del Fatto: La Cassazione non è un terzo grado di merito. Non si possono riproporre le medesime questioni di fatto già valutate dai giudici precedenti, sperando in una diversa interpretazione delle prove.
3. Conseguenze Economiche: Un ricorso inammissibile non è privo di conseguenze. Comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che può essere anche significativa, come i tremila euro di questo caso.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati erano di estrema genericità e non specifici, limitandosi a contestare la decisione della Corte d’Appello senza confrontarsi puntualmente con le argomentazioni giuridiche e logiche della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del Codice di Procedura Penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità?
Significa che il suo compito non è riesaminare i fatti del processo per decidere se l’imputato è colpevole o innocente, ma controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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