LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile furto: motivi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che si limitavano a riproporre questioni di fatto già esaminate e respinte nei gradi di merito. La Corte ha colto l’occasione per ribadire principi fondamentali, tra cui la distinzione tra furto tentato e consumato e i criteri per la concessione delle attenuanti generiche. Questo caso evidenzia l’importanza di presentare un ricorso specifico e non una mera riproposizione di doglianze fattuali, pena la dichiarazione di un ricorso inammissibile furto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Furto: Perché la Cassazione Respinge un Appello Generico

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sulla redazione dei ricorsi in Cassazione, sottolineando come la genericità dei motivi porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Il caso, relativo a una condanna per furto aggravato, diventa l’occasione per la Suprema Corte di ribadire principi consolidati in materia di furto consumato e di valutazione delle circostanze attenuanti. Analizziamo come un ricorso inammissibile furto possa derivare da una strategia difensiva non adeguatamente focalizzata sulla critica puntuale della sentenza impugnata.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per furto aggravato, decide di presentare ricorso per Cassazione. I suoi motivi di impugnazione si concentrano su quattro punti principali:
1. Un presunto travisamento delle prove, in particolare riguardo al valore attribuito alla sua fuga.
2. La mancata applicazione dell’errore di fatto, sostenendo una non corretta valutazione della situazione.
3. La qualificazione del reato come consumato anziché solo tentato.
4. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche e la mancata esclusione della recidiva.

La Corte di Appello di Catania aveva confermato la condanna, ritenendo l’imputato pienamente responsabile. La palla passa quindi alla Corte di Cassazione, chiamata a valutare la legittimità delle censure mosse.

L’Analisi della Corte sul Ricorso Inammissibile Furto

La Suprema Corte, con una motivazione tanto sintetica quanto precisa, dichiara il ricorso inammissibile, smontando uno per uno i motivi presentati dalla difesa. L’argomentazione centrale ruota attorno alla natura dei motivi, giudicati non specifici e meramente ripetitivi.

La Genericità come Causa di Inammissibilità

Il primo motivo viene liquidato come una semplice doglianza di fatto, inammissibile in sede di legittimità. La Corte sottolinea che il ricorso si limitava a una “pedissequa reiterazione” dei motivi già presentati e respinti in appello. Secondo la giurisprudenza costante, un ricorso è specifico solo se si confronta criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, non se ne ripete le censure. La mancanza di un’argomentazione critica rende il motivo solo apparente e, quindi, inammissibile.

Furto Tentato o Consumato? La Linea di Demarcazione

Sul terzo motivo, la Corte ribadisce un principio cardine: il furto è consumato non appena l’agente acquisisce l’autonoma ed esclusiva disponibilità del bene sottratto, anche se per un tempo brevissimo. Nel caso di specie, l’imputato aveva già sottratto i beni dall’appartamento e ne aveva conseguito il possesso esclusivo. Il fatto di essere stato fermato dalle forze dell’ordine prima di uscire dall’area condominiale è irrilevante ai fini della consumazione, che si era già perfezionata al momento dell’uscita dall’abitazione della vittima.

La Discrezionalità del Giudice sulle Attenuanti e la Recidiva

Infine, anche il quarto motivo viene giudicato generico e manifestamente infondato. La concessione delle attenuanti generiche rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito, il cui compito è motivare la decisione in base agli elementi dell’art. 133 c.p. (gravità del reato e capacità a delinquere del reo). In questo caso, la Corte di merito aveva correttamente negato il beneficio basandosi sulla pericolosità dell’imputato, l’intensità del dolo e i precedenti penali.
Analogamente, la valutazione sulla recidiva era stata adeguatamente motivata, considerandola come un sintomo effettivo di maggiore riprovevolezza e pericolosità sociale, in linea con gli insegnamenti delle Sezioni Unite.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su pilastri procedurali e sostanziali ben definiti. Dal punto di vista processuale, viene riaffermato il principio secondo cui il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove rivalutare i fatti, ma una sede in cui si controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Motivi che si limitano a contestare l’apprezzamento delle prove operato dal giudice di merito, senza individuare un vizio di legittimità (come il travisamento di una prova decisiva), sono destinati all’inammissibilità.

Dal punto di vista sostanziale, la Corte consolida l’interpretazione sul momento consumativo del furto, cruciale per distinguere tra delitto tentato e consumato. L’impossessamento, inteso come acquisizione del dominio esclusivo sulla cosa, è il momento chiave che segna il passaggio dall’uno all’altro, indipendentemente dalla durata di tale dominio o dal fatto che l’agente venga bloccato subito dopo.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza è un monito per la difesa: un ricorso per Cassazione deve essere un atto di critica giuridica puntuale e argomentata, non una semplice riproposizione di lamentele fattuali. La mancata specificità e il non confrontarsi con le ragioni della decisione impugnata trasformano il ricorso in un esercizio sterile, destinato a concludersi con una declaratoria di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La corretta strategia processuale esige l’individuazione di vizi specifici di violazione di legge o di motivazione illogica, gli unici in grado di superare il vaglio di legittimità.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico e inammissibile quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel precedente grado di giudizio (appello), senza sviluppare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza che si impugna. In pratica, non basta ripetere di non essere d’accordo, ma bisogna spiegare perché la decisione del giudice precedente sarebbe errata dal punto di vista legale o logico.

In un furto in appartamento, quando si considera il reato ‘consumato’ e non solo ‘tentato’?
Il reato di furto si considera consumato nel momento in cui il ladro acquisisce il controllo esclusivo sui beni rubati, anche se per un tempo molto breve. Secondo la Corte, una volta che l’autore del furto è uscito dall’abitazione con la refurtiva, il reato è già consumato. Il fatto che venga fermato successivamente all’interno dell’area condominiale non è sufficiente a declassare il reato a semplice tentativo.

Perché un giudice può negare le circostanze attenuanti generiche?
La concessione delle circostanze attenuanti generiche è una scelta discrezionale del giudice, che deve essere motivata. Il giudice può negarle quando valuta che la personalità dell’imputato e la gravità del reato non giustificano una riduzione di pena. Elementi come l’intensità del dolo (la volontà di commettere il reato), la presenza di precedenti penali e una generale pericolosità sociale sono fattori che possono legittimamente portare il giudice a negare tale beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati