Ricorso Inammissibile per Furto: la Cassazione Spiega i Requisiti di Specificità
Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: per essere ammissibile, un ricorso deve contenere critiche specifiche e argomentate alla sentenza impugnata, non una semplice riproposizione delle difese già respinte. L’analisi di questo caso di ricorso inammissibile furto offre spunti essenziali sulla corretta formulazione dei motivi di impugnazione e sulle conseguenze della loro genericità.
I Fatti del Processo
Due individui venivano condannati in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato di furto aggravato in concorso, ai sensi degli articoli 110, 624 e 625 del codice penale. In particolare, venivano contestate le aggravanti della destrezza, dell’aver commesso il fatto in più persone e su beni esposti alla pubblica fede. Ritenendo la sentenza ingiusta, gli imputati decidevano di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due motivi principali.
I Motivi del Ricorso in Cassazione
La difesa degli imputati si basava su due argomentazioni, comuni a entrambi i ricorsi:
1. Erronea Applicazione dell’Aggravante della Destrezza: I ricorrenti contestavano la sussistenza della circostanza aggravante della destrezza (art. 625 n. 4 c.p.), sostenendo che la loro condotta non avesse manifestato quella particolare abilità richiesta dalla norma.
2. Vizio di Motivazione su un’Attenuante: Si lamentava una motivazione carente in relazione al mancato riconoscimento di una circostanza attenuante prevista dall’art. 62 n. 4 c.p. (danno patrimoniale di speciale tenuità).
Entrambi i motivi miravano a ottenere una revisione della condanna o una riduzione della pena inflitta dalla Corte d’Appello.
Ricorso Inammissibile Furto: La Decisione della Cassazione
La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha respinto le doglianze degli imputati, dichiarando il ricorso inammissibile furto nella sua interezza. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità, giudicando i motivi presentati come non idonei a superare il vaglio di legittimità.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte ha fornito una chiara spiegazione per la sua decisione, analizzando separatamente i due motivi di ricorso.
Per quanto riguarda il primo motivo, relativo all’aggravante della destrezza, i giudici di legittimità lo hanno definito “generico”. La genericità non derivava tanto dalla questione sollevata, quanto dal modo in cui era stata presentata. Gli argomenti, infatti, si limitavano a riproporre le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame (la Corte d’Appello). Secondo la Cassazione, un ricorso efficace non può limitarsi a ripetere le proprie tesi, ma deve svolgere una “critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso”. In altre parole, deve spiegare specificamente perché la motivazione della Corte d’Appello è sbagliata, confrontandosi punto per punto con essa. La sentenza di secondo grado, infatti, aveva già evidenziato circostanze di fatto che andavano oltre il semplice approfittamento della distrazione della vittima, ricostruendo in modo solido la sussistenza della destrezza.
Anche il secondo motivo, concernente l’attenuante, è stato giudicato inammissibile (“indeducibile”). La Corte ha rilevato che si fondava su circostanze di fatto enunciate in modo generico e, ancora una volta, su ragioni che erano una “pedissequa reiterazione” di quelle già presentate e puntualmente respinte in appello.
Le Conclusioni: Cosa Impariamo da questa Ordinanza
La decisione della Corte di Cassazione è un monito importante per la pratica legale. Un ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono semplicemente ridiscutere i fatti. È un giudizio di legittimità, dove si controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Per questo, i motivi di ricorso devono essere specifici, pertinenti e critici nei confronti della decisione che si contesta. La mera ripetizione di argomenti già vagliati e respinti trasforma il ricorso in un atto solo “apparente”, destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono generici e si limitano a riproporre le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del grado precedente, omettendo di svolgere una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata.
Cosa si intende per aggravante della destrezza nel reato di furto?
Sebbene l’ordinanza non definisca l’aggravante, chiarisce che la sua sussistenza può essere basata su circostanze di fatto che vanno oltre il mero approfittamento della distrazione della persona offesa, implicando quindi una particolare abilità o sveltezza da parte dell’autore del reato.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
In base a quanto deciso dalla Corte, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31519 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31519 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 16/05/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 03/11/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dai Consigliere COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che gli imputati COGNOME NOME NOME e COGNOME NOME ricorrono avverso la sentenza con cui la Cor di appello di Roma ha confermato la condanna degli stessi per il reato cui agli artt. 110, 624 e 625 nn. 4, 5 e 8 bis cod. pen.;
Ritenuto che il primo motivo, comune ad entrambi i ricorsi, ch contesta l’erronea applicazione dell’art. 625 n. 4 cod. peri., è ge perché fondato su argomenti che ripropongono le stesse ragioni gi discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame e, pertanto, specifici ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la ti funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto ricorso (che ha già ben posto in evidenza le circostanze di fatto vanno oltre il mero approfittamento della distrazione della persona off – su cui è stata ricostruita la sussistenza dell’aggravant destrezza);
Considerato che il secondo motivo, comune ad entrambi i ricorsi, che contesta vizio di motivazione in relazione alla circostanza attenuant cui all’art. 62 n. 4 cod. pen., è indeducibile perché fondato su circo di fatto, peraltro, genericamente enunciate, e su ragioni che si riso nella pedissequa reiterazione di quelle già dedotte in appel puntualmente disattese dalla Corte di merito;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibi con la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna i ricorrenti al pagamen delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore de Cassa delle ammende.
Così deciso, il 16 maggio 2024.