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Ricorso inammissibile: furto in abitazione confermato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due individui condannati per furto in abitazione pluriaggravato. I motivi del ricorso, riguardanti presunti vizi procedurali, la necessità di querela e la qualificazione del reato, sono stati ritenuti ripetitivi, manifestamente infondati o eccessivamente generici. La Corte ha confermato la procedibilità d’ufficio per questo tipo di reato, rendendo definitiva la condanna.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti dell’Appello nel Furto in Abitazione

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in Cassazione, specialmente in materia di reati contro il patrimonio come il furto in abitazione. La Suprema Corte, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna di due imputati e delineando i confini invalicabili per una difesa efficace in sede di legittimità. Questo caso evidenzia come la genericità dei motivi e la riproposizione di questioni già decise non trovino spazio davanti al massimo organo della giurisdizione penale.

I Fatti del Caso

Due soggetti venivano condannati in primo grado e in appello per il reato di furto in abitazione, aggravato ai sensi degli artt. 625 co. n.2 e 61 n.5 del codice penale. Ritenendo la sentenza d’appello viziata da errori di diritto e di motivazione, gli imputati proponevano ricorso per Cassazione, articolando diverse censure.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

La difesa basava il ricorso su molteplici motivi, che tuttavia non hanno superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

La Questione sulla Revoca dei Testimoni: un motivo di ricorso inammissibile

Il primo motivo lamentava la nullità dell’ordinanza con cui il giudice di primo grado aveva revocato l’audizione di alcuni testimoni della difesa. La Cassazione ha respinto la doglianza, qualificandola come una mera riproposizione di una censura già correttamente valutata e respinta dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva infatti sottolineato come la revoca fosse stata giustificata dalla superfluità delle testimonianze, alla luce delle prove già acquisite. Inoltre, la Corte ha evidenziato una mancanza procedurale decisiva: la difesa non aveva eccepito immediatamente la nullità in udienza, sanando di fatto qualsiasi potenziale vizio.

Procedibilità d’Ufficio e Aggravanti nel Furto in Abitazione

Il secondo motivo, ritenuto manifestamente infondato, riguardava la presunta improcedibilità del reato per mancanza di querela e l’errata applicazione di un’aggravante. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) è un reato procedibile d’ufficio. Non è quindi necessaria la querela della persona offesa. È stato considerato irrilevante che la proprietà del contatore elettrico (oggetto del furto) fosse di una società elettrica, poiché la persona offesa era il titolare dell’abitazione e possessore del bene. La contestazione sull’aggravante è stata inoltre giudicata inammissibile perché non sollevata come specifico motivo nel precedente grado di appello, in violazione dell’art. 606, comma 3, c.p.p.

La Genericità degli Altri Motivi di Impugnazione

Infine, il terzo e il quarto motivo, relativi alla qualificazione del fatto come mero tentativo e alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), sono stati liquidati come generici e indeterminati. Gli imputati non avevano indicato in modo specifico gli elementi della sentenza impugnata che intendevano criticare, impedendo di fatto alla Corte di esercitare il proprio sindacato. Un ricorso inammissibile è spesso la conseguenza di una tale carenza di specificità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha fondato la propria decisione sul principio di autosufficienza e specificità del ricorso. I giudici hanno chiarito che non è sufficiente lamentare genericamente un’ingiustizia o un errore, ma è necessario articolare critiche puntuali e tecnicamente fondate contro la logica giuridica della sentenza impugnata. La riproposizione di questioni già esaminate e respinte, l’introduzione di nuove censure non presentate in appello e la formulazione di doglianze generiche costituiscono ostacoli insormontabili che portano inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. La decisione riafferma che il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla coerenza logica della motivazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce con fermezza che l’accesso alla Corte di Cassazione è subordinato al rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Per gli operatori del diritto, la lezione è chiara: un ricorso, per avere una speranza di successo, deve essere mirato, specifico e non deve limitarsi a ripetere argomenti già vagliati. Per i cittadini, questa pronuncia conferma che la giustizia, pur garantendo plurimi gradi di giudizio, tende a una conclusione definitiva, e le condanne diventano irrevocabili quando le impugnazioni mancano dei presupposti di legge per essere esaminate. La conseguenza diretta per gli imputati è stata la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, oltre alla definitività della pena.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano in parte ripetitivi di questioni già decise, in parte manifestamente infondati (come quello sulla necessità di querela), e in parte troppo generici, in quanto non specificavano in modo chiaro e puntuale le critiche mosse alla sentenza d’appello.

Il furto in abitazione richiede la querela della vittima per essere perseguito?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che il reato di furto in abitazione, disciplinato dall’art. 624-bis del codice penale, è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale può essere iniziata e proseguita dallo Stato anche senza una formale denuncia-querela da parte della persona offesa.

Cosa succede quando un motivo di appello è considerato ‘generico’?
Quando un motivo di appello viene giudicato ‘generico’, significa che non soddisfa i requisiti di specificità richiesti dalla legge (art. 581 c.p.p.). L’appellante non ha individuato con precisione i punti della decisione che contesta né le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno. Tale genericità impedisce al giudice di comprendere la censura e di valutarla, portando alla sua inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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