LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: furto e riforma Cartabia

Due individui condannati per furto aggravato hanno presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo un punto fondamentale: la Riforma Cartabia, che ha introdotto la necessità di una querela per procedere per il reato di furto, non si applica ai procedimenti pendenti in Cassazione se il ricorso è, come in questo caso, inammissibile. La sentenza di condanna diventa così definitiva e non può essere scalfita dalle modifiche legislative successive. Tutti gli altri motivi di appello sono stati respinti perché ritenuti generici o infondati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e la Riforma Cartabia

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema di grande attualità: gli effetti della Riforma Cartabia sui processi in corso. In particolare, la Corte chiarisce come un ricorso inammissibile blocchi l’applicazione di norme più favorevoli, come la nuova procedibilità a querela per il reato di furto, cristallizzando la condanna. Questa decisione sottolinea l’importanza cruciale della corretta formulazione dei motivi di ricorso nel giudizio di legittimità.

I fatti del processo

Due soggetti venivano condannati in Corte d’Appello per il reato di furto aggravato. Uno di essi riceveva anche una condanna per la contravvenzione di possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso. Avverso tale sentenza, gli imputati proponevano ricorso per Cassazione tramite il loro difensore, sollevando diverse questioni di legittimità.

Le questioni giuridiche sollevate nel ricorso

I ricorrenti basavano la loro difesa su cinque motivi principali:
1. La violazione di legge riguardo alla procedibilità del reato di furto, alla luce della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) che ha introdotto la necessità della querela della persona offesa.
2. Un’errata applicazione della legge penale in relazione al reato di furto.
3. Vizi di legge e motivazione riguardo alla contravvenzione per possesso di arnesi da scasso.
4. Questioni sulla determinazione della pena e sulla mancata concessione delle attenuanti generiche.
5. Contraddittorietà della motivazione sul diniego della sospensione condizionale della pena per uno degli imputati.

La stabilità della condanna di fronte a un ricorso inammissibile

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel primo motivo di ricorso. La difesa sosteneva che, essendo entrata in vigore la Riforma Cartabia dopo la sentenza d’appello, la mancanza di una querela avrebbe dovuto rendere il reato non più perseguibile.

La Corte, tuttavia, ha ribadito il suo orientamento consolidato: la sopravvenienza di una nuova condizione di procedibilità, come la querela, non può operare se il ricorso presentato è inammissibile. L’inammissibilità del ricorso, infatti, non consente alla Corte di esaminare il merito della questione e determina il passaggio in giudicato della sentenza impugnata. Si forma così un “giudicato sostanziale” che non può essere intaccato da modifiche legislative successive.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili tutti i motivi di ricorso, fornendo una motivazione puntuale per ciascuno di essi.

Procedibilità e Riforma Cartabia: Come anticipato, il principio è che la nuova procedibilità a querela non opera come una abolitio criminis e non può prevalere sull’inammissibilità del ricorso. Se l’atto di impugnazione è viziato in origine o manifestamente infondato, la condanna diventa definitiva e intangibile.

Altri motivi: Per quanto riguarda gli altri punti, la Corte li ha liquidati come generici e assertivi. Le critiche alla ricostruzione del furto e alla valutazione delle prove sono state considerate un tentativo di ottenere un nuovo giudizio di merito, non consentito in sede di legittimità. Le motivazioni della Corte d’Appello sulla responsabilità per il possesso di arnesi da scasso, sulla commisurazione della pena (peraltro inferiore alla media) e sul diniego dei benefici di legge sono state giudicate logiche, congrue e prive di vizi.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la presentazione di un ricorso in Cassazione richiede rigore e fondatezza. Un ricorso inammissibile non solo porta al rigetto delle proprie istanze, ma preclude anche la possibilità di beneficiare di eventuali riforme legislative più favorevoli intervenute nel frattempo. La decisione consolida il principio secondo cui l’inammissibilità agisce come una barriera, rendendo la sentenza di condanna definitiva e insensibile agli sviluppi normativi successivi. Di conseguenza, la strategia difensiva deve concentrarsi sulla proposizione di motivi specifici e pertinenti, evitando censure generiche che potrebbero rivelarsi controproducenti.

La Riforma Cartabia, che ha introdotto la procedibilità a querela per il furto, si applica ai processi già in corso in Cassazione?
No. Secondo la Corte, se il ricorso in Cassazione è inammissibile, la nuova norma sulla procedibilità a querela non si applica. L’inammissibilità del ricorso rende la sentenza di condanna definitiva e non più influenzabile da modifiche legislative successive.

Per quale motivo la Corte ha ritenuto inammissibili gli altri motivi di ricorso?
Gli altri motivi sono stati giudicati inammissibili perché ritenuti generici, privi di un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata, o perché miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività che non è consentita nel giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione.

Un giudice è obbligato a motivare specificamente su ogni richiesta della difesa per la concessione delle attenuanti generiche?
No. La Corte ha ribadito che il giudice di merito non è tenuto a valutare ogni singolo elemento addotto dalla difesa. È sufficiente che indichi gli elementi di preponderante rilevanza che ha ritenuto ostativi alla concessione del beneficio, come l’assenza di elementi positivi di valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati