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Ricorso inammissibile: furto e privata dimora

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile per tre imputati condannati per furto pluriaggravato. L’ordinanza sottolinea la genericità dei motivi di appello, soprattutto riguardo la nozione di privata dimora e la dosimetria della pena, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Quando un ricorso arriva dinanzi alla Corte di Cassazione, il suo esame è circoscritto a questioni di diritto. Un’ordinanza recente ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile presentato da tre individui condannati per furto pluriaggravato. La decisione evidenzia l’importanza di formulare motivi di impugnazione specifici e pertinenti, anziché contestazioni generiche o di merito, destinate a fallire in sede di legittimità.

Il Caso: Furto Aggravato e la Nozione di Privata Dimora

Tre soggetti venivano condannati nei gradi di merito per un furto pluriaggravato commesso all’interno di un luogo qualificato come privata dimora, ai sensi dell’art. 624-bis del codice penale. La Corte d’Appello di Torino aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, dichiarando il non doversi procedere per un capo d’imputazione minore per difetto di querela, ma confermando la responsabilità penale per il furto e rideterminando la pena finale per ciascun imputato.

Contro questa decisione, i tre condannati proponevano distinti ricorsi per cassazione, sollevando diverse questioni relative alla consapevolezza di trovarsi in una privata dimora, alla corretta qualificazione giuridica del luogo del reato e all’eccessiva gravosità della pena inflitta.

L’analisi della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i ricorsi e li ha dichiarati tutti inammissibili. La decisione si fonda su una rigorosa applicazione dei principi che regolano il giudizio di legittimità, sottolineando come i motivi presentati dagli imputati non superassero la soglia di ammissibilità.

La Genericità dei Motivi

La Corte ha rilevato che i ricorsi erano, in larga parte, generici. Secondo l’art. 581, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale, l’atto di impugnazione deve contenere l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Nel caso di specie, gli appellanti si erano limitati a una critica generica delle argomentazioni dei giudici di merito, senza un confronto puntuale e specifico con la motivazione della sentenza impugnata. Questo difetto ha reso impossibile per la Corte esercitare il proprio sindacato, portando a una dichiarazione di ricorso inammissibile.

Il Sindacato sulla Motivazione

Un altro punto centrale riguarda i limiti del controllo della Cassazione sulla motivazione della sentenza. I ricorrenti lamentavano un vizio di motivazione, ma la Corte ha chiarito che il suo compito non è quello di riesaminare i fatti o di verificare la rispondenza della motivazione alle prove processuali. Il sindacato di legittimità è circoscritto alla verifica dell’esistenza di un apparato argomentativo logico, completo e non contraddittorio. Poiché la Corte d’Appello aveva fornito una spiegazione coerente e corretta per le sue conclusioni, le doglianze degli imputati, che si risolvevano in mere contestazioni di fatto, sono state ritenute manifestamente infondate.

La Dosimetria della Pena

Anche la censura relativa all’eccessiva gravosità della pena è stata respinta. La determinazione della sanzione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, che deve esercitarlo seguendo i criteri degli articoli 132 e 133 del codice penale. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione su questo punto è assente o palesemente illogica. Nel caso in esame, la Corte territoriale aveva adeguatamente spiegato le ragioni della dosimetria della pena, rendendo la critica inammissibile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità sulla base di consolidati principi giurisprudenziali. In primo luogo, ha riaffermato che il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. I ricorsi presentati erano carenti dei requisiti di specificità richiesti dalla legge, trasformandosi in un tentativo, non consentito, di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

Inoltre, per quanto riguarda la qualificazione del luogo come ‘privata dimora’, la Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse logica, completa e corretta, e che i ricorrenti non si fossero confrontati efficacemente con essa. Allo stesso modo, le questioni sulla pena e sulla mancata applicazione di una circostanza attenuante sono state giudicate inammissibili perché rimesse alla valutazione discrezionale del giudice di merito o, in un caso, per carenza di interesse, poiché un eventuale accoglimento non avrebbe prodotto alcun effetto favorevole per l’imputato.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito sulla necessità di redigere ricorsi per cassazione che rispettino i rigorosi requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è una mera formalità, ma la conseguenza di un’impugnazione che non riesce a sollevare questioni di puro diritto o vizi di motivazione rilevanti. La decisione finale ha quindi comportato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, confermando in via definitiva la sentenza di condanna.

Per quali ragioni principali la Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili principalmente per la loro genericità e manifesta infondatezza. Gli appellanti non hanno specificato adeguatamente i motivi di doglianza secondo i requisiti di legge, limitandosi a critiche generiche e a contestazioni di fatto non ammesse in sede di legittimità.

Cosa significa che un ricorso è ‘generico’ ai sensi dell’art. 581 cod. proc. pen.?
Significa che l’atto di impugnazione non individua in modo specifico e chiaro i punti della decisione contestata e le ragioni giuridiche a sostegno. Un ricorso generico non consente al giudice di comprendere pienamente le censure e di esercitare il proprio sindacato, risultando quindi inidoneo allo scopo.

Può la Corte di Cassazione valutare se una pena è ‘troppo alta’?
No, la Corte di Cassazione non può entrare nel merito della quantificazione della pena, che è un potere discrezionale del giudice di merito. Il suo controllo è limitato a verificare che la motivazione della sentenza su questo punto sia logica, non contraddittoria e rispettosa dei criteri legali stabiliti dagli artt. 132 e 133 del codice penale. Una critica alla sola entità della pena è inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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