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Ricorso inammissibile: furto e prescrizione

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per un caso di furto pluriaggravato. L’imputata sosteneva la prescrizione del reato, ma la Corte ha rigettato la tesi, chiarendo che le plurime aggravanti e la recidiva avevano esteso i termini, rendendo l’appello manifestamente infondato.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando un Errore sulla Prescrizione Annulla l’Appello

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di come un’errata interpretazione delle norme sulla prescrizione possa condurre a un ricorso inammissibile. Il caso riguarda una condanna per furto pluriaggravato, dove la difesa ha tentato di far valere l’estinzione del reato basandosi su un presupposto giuridico errato. Analizziamo la decisione per comprendere i principi applicati dai giudici.

I Fatti del Processo: Dal Tribunale alla Cassazione

Il percorso giudiziario inizia con una condanna emessa dal Tribunale di Vibo Valentia per tre distinti reati di furto, commessi nel febbraio 2012. La condanna viene successivamente confermata dalla Corte di Appello di Catanzaro nell’ottobre 2022.

L’imputata, non rassegnandosi alla decisione di secondo grado, decide di presentare ricorso per Cassazione, affidando le sue speranze a un unico motivo: l’avvenuta prescrizione del reato.

Il Motivo del Ricorso: Una Tesi Errata sulla Prescrizione

La difesa ha sostenuto che il termine di prescrizione fosse maturato prima della sentenza d’appello. Questa tesi si fondava sull’idea che la condanna di primo grado riguardasse un reato di furto con una sola aggravante (monoaggravato). Se così fosse stato, i calcoli sui tempi di prescrizione avrebbero potuto, in teoria, darle ragione.

Tuttavia, come vedremo, questa premessa si è rivelata un errore fatale per l’esito del ricorso.

L’importanza delle circostanze nel calcolo della prescrizione

È fondamentale ricordare che il calcolo del tempo necessario a prescrivere un reato non è un’operazione matematica fissa. Esso dipende da vari fattori, tra cui la pena massima prevista per il reato base e, soprattutto, la presenza di circostanze aggravanti o della recidiva, che possono allungare significativamente i termini.

Le Motivazioni della Corte: Il Ricorso Inammissibile per Manifesta Infondatezza

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le argomentazioni della ricorrente, definendo il motivo di ricorso “manifestamente infondato”. I giudici hanno chiarito che il Tribunale non aveva condannato l’imputata per furto monoaggravato, bensì per furto pluriaggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale.

In aggiunta, era stata riconosciuta la sussistenza della recidiva qualificata (ex art. 99, comma 4, c.p.). La combinazione di queste due circostanze (plurime aggravanti e recidiva) ha un effetto diretto sull’estensione dei termini di prescrizione, rendendo il calcolo effettuato dalla difesa del tutto errato e, di conseguenza, la sua pretesa palesemente priva di fondamento giuridico.

Le Conclusioni: Conseguenze della Dichiarazione di Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto due conseguenze immediate e gravose per la ricorrente. In primo luogo, ha precluso alla Corte qualsiasi esame nel merito della vicenda, rendendo definitiva la condanna inflitta dalla Corte d’Appello. In secondo luogo, in base al principio della soccombenza, l’imputata è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: un ricorso per Cassazione deve basarsi su presupposti di fatto e di diritto corretti e solidi; in caso contrario, il rischio è una declaratoria di inammissibilità che chiude definitivamente la porta a ogni ulteriore discussione.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. Si basava sull’errato presupposto che la condanna fosse per furto monoaggravato e che il reato fosse prescritto, mentre la condanna era per furto pluriaggravato con recidiva, circostanze che estendono i termini di prescrizione.

Quali erano i reati contestati all’imputata?
L’imputata era stata condannata per tre distinti reati di furto pluriaggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625, numeri 2 e 7, del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente a seguito della decisione della Cassazione?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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