LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: furto con borsa schermata

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per tentato furto aggravato. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi del ricorso erano una semplice ripetizione di quelli già respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. L’imputata era stata sorpresa con una borsa schermante, strumento tipico per eludere i sistemi antitaccheggio, confermando la sua piena partecipazione al reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Tentato Furto: L’Importanza di Motivi Specifici

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi generici e ripetitivi. Questo caso, riguardante un tentato furto aggravato, offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di specificità che un ricorso deve possedere per essere esaminato nel merito.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine dalla condanna, confermata sia in primo grado che in appello, di una donna per il reato di tentato furto aggravato. L’imputata aveva presentato ricorso per Cassazione, contestando la propria responsabilità e, in particolare, la sussistenza di un concorso di persone nel reato, come previsto dall’art. 110 del codice penale.

Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, la donna aveva pienamente partecipato all’azione predatoria. Un elemento chiave a sostegno dell’accusa è stato il ritrovamento, in suo possesso, di una cosiddetta “borsa schermante”, uno strumento appositamente preparato per neutralizzare i sistemi antitaccheggio dei negozi e facilitare i furti.

L’Analisi della Corte e il ricorso inammissibile

La Suprema Corte non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di tale decisione risiede nella natura stessa dei motivi presentati. I giudici hanno evidenziato come le doglianze della ricorrente non fossero altro che una “pedissequa reiterazione” di quelle già sollevate e puntualmente respinte dalla Corte di Appello.

Un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve assolvere a una funzione di critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata. Non può limitarsi a riproporre le stesse questioni già decise, senza indicare con precisione le presunte violazioni di legge o i vizi logici nel ragionamento del giudice precedente. In questo caso, i motivi sono stati giudicati non specifici ma solo apparenti, incapaci di innescare un reale controllo di legittimità sulla decisione della Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si basano su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile per due ragioni principali:

1. Mancanza di specificità: I motivi erano una mera riproposizione di quelli d’appello, senza un confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata. Questo trasforma il ricorso in un atto apparente, che non adempie alla sua funzione tipica.
2. Manifesta infondatezza: Le ragioni addotte erano palesemente infondate alla luce della ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito. La partecipazione piena dell’imputata all’azione criminale era stata adeguatamente provata, in particolare dal possesso della borsa schermante, che dimostrava un chiaro intento predatorio e l’adozione di un piano preordinato.

Conclusioni

La decisione in esame sottolinea un’importante lezione pratica: l’accesso alla Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Presentare un ricorso che si limita a ripetere le argomentazioni già respinte in appello è una strategia destinata al fallimento. Comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Per avere una possibilità di successo, è indispensabile formulare censure specifiche, pertinenti e capaci di evidenziare un vizio concreto nella decisione che si intende impugnare.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice e letterale ripetizione di quelli già esaminati e respinti dalla Corte di Appello. Mancava una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, rendendo i motivi non specifici ma solo apparenti.

Quale prova è stata considerata decisiva per confermare il coinvolgimento dell’imputata?
La prova decisiva è stata il fatto che l’imputata è stata sorpresa in possesso di una ‘borsa schermante’, uno strumento utilizzato specificamente per i furti al fine di impedire l’attivazione dei sistemi antitaccheggio, dimostrando la sua piena partecipazione all’azione predatoria.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati