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Ricorso inammissibile furto aggravato: la decisione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato da tre individui condannati per furto aggravato. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici, in quanto mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello, e manifestamente infondati, soprattutto riguardo alla procedibilità del reato, resa d’ufficio dalla presenza dell’aggravante del furto su infrastrutture energetiche. Di conseguenza, il ricorso inammissibile è stato rigettato con condanna alle spese.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Rigetta l’Appello per Furto Aggravato

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 10047 del 2024 offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa portare alla conferma di una condanna penale, senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. Il caso riguarda tre individui condannati per furto aggravato, il cui tentativo di contestare la sentenza di secondo grado si è scontrato con i rigorosi requisiti di specificità richiesti per l’accesso al giudizio di legittimità. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione e le lezioni che se ne possono trarre.

I Fatti del Caso: Il Furto Aggravato e la Condanna

Tre soggetti sono stati condannati in primo e secondo grado per il reato di furto pluriaggravato. La condotta contestata riguardava la sottrazione di beni, resa più grave da diverse circostanze, tra cui quella prevista dall’art. 625, n. 7-bis del codice penale, ovvero l’aver commesso il fatto su componenti di infrastrutture destinate all’erogazione di energia. Insoddisfatti della sentenza della Corte d’Appello di Lecce, che confermava la loro responsabilità penale, gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

I ricorrenti hanno basato il loro appello su due motivi principali, entrambi rivolti a criticare la motivazione della sentenza impugnata. Tuttavia, la Suprema Corte ha stroncato sul nascere le loro argomentazioni, giudicandole inammissibili.

La Genericità dei Motivi

Il primo motivo di ricorso lamentava un vizio di motivazione riguardo alla responsabilità penale e alla condizione di procedibilità del reato. La Corte ha osservato che tali doglianze non erano altro che una ‘pedissequa reiterazione’ di quelle già presentate e puntualmente respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata e specifica alla sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese. Questa mancanza di specificità ha reso il motivo solo apparentemente critico e, di fatto, inidoneo a innescare una nuova valutazione.

L’Aggravante Speciale e il ricorso inammissibile

Sulla questione della procedibilità, il motivo è stato ritenuto ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno sottolineato che la contestazione della circostanza aggravante del furto su infrastrutture energetiche (art. 625 n. 7-bis c.p.) rende il reato procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale può essere esercitata indipendentemente dalla volontà della persona offesa. La sussistenza di tale aggravante era, secondo la Corte, congruamente motivata e chiaramente descritta nel capo d’imputazione, rendendo sterile ogni discussione sulla necessità di una querela.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di due principi cardine del processo penale. In primo luogo, la non specificità dei motivi. L’appello in Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla coerenza logica della motivazione. Riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e respinte, senza individuare vizi specifici nella decisione di secondo grado, equivale a chiedere un riesame dei fatti, precluso in sede di legittimità.

In secondo luogo, la manifesta infondatezza delle questioni sollevate, come quella sulla procedibilità e sulla sussistenza delle aggravanti. La Corte ha ritenuto che il giudice d’appello avesse adempiuto al proprio onere argomentativo in modo adeguato, facendo riferimento agli elementi decisivi emersi nel processo. Pertanto, i ricorsi sono stati giudicati privi di qualsiasi fondamento giuridico.

Le Conclusioni

La decisione finale è stata la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi. Come conseguenza diretta, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è subordinato alla presentazione di critiche precise e pertinenti alla sentenza impugnata. La mera riproposizione di difese generiche o la contestazione di aspetti giuridicamente pacifici, come la procedibilità d’ufficio in presenza di specifiche aggravanti, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente onere economico per i ricorrenti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e costituivano una semplice ripetizione di argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, mancando quindi del requisito di specificità richiesto dalla legge.

Perché l’eccezione sulla procedibilità del reato è stata respinta?
L’eccezione è stata respinta perché ai ricorrenti era contestata la circostanza aggravante del furto su infrastrutture destinate all’erogazione di energia (art. 625 n. 7-bis c.p.). Questa aggravante rende il reato di furto procedibile d’ufficio, eliminando la necessità di una querela da parte della persona offesa.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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