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Ricorso inammissibile: furto aggravato e motivi generici

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 26 febbraio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per furto aggravato. Il ricorso è stato respinto perché la circostanza aggravante della destinazione a pubblico servizio del bene sottratto rendeva il reato procedibile d’ufficio, e il secondo motivo di ricorso è stato giudicato troppo generico per essere esaminato nel merito.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi di Appello Non Superano il Vaglio della Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione sulla redazione dei ricorsi e sui requisiti di ammissibilità. Il caso riguarda una condanna per furto aggravato e dimostra come la specificità dei motivi e la corretta interpretazione delle norme sulla procedibilità siano cruciali per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile. Analizziamo insieme la decisione per comprendere i principi applicati dai giudici.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello, la quale aveva confermato la sua condanna in primo grado per il reato di furto aggravato. L’aggravante contestata era quella prevista dall’art. 625, n. 7, del codice penale, relativa al fatto commesso su cose destinate a pubblico servizio.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato il suo ricorso in Cassazione su due motivi principali:

1. Mancanza della condizione di procedibilità: Il ricorrente sosteneva che il procedimento non avrebbe dovuto avere luogo per l’assenza di una querela, ritenuta necessaria per procedere.
2. Carenza di motivazione sull’attribuzione del reato: Il secondo motivo criticava la sentenza d’appello per una presunta assenza di motivazione riguardo al riconoscimento della sua colpevolezza come autore del furto.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi attenta di entrambi i motivi presentati, evidenziandone le debolezze sia dal punto di vista sostanziale che procedurale.

Le Motivazioni

Analisi del Primo Motivo: la Procedibilità d’Ufficio

La Corte ha giudicato il primo motivo “manifestamente infondato”. I giudici hanno chiarito che la presenza della circostanza aggravante del furto su cose destinate a pubblico servizio (art. 625, n. 7, c.p.) è decisiva. Secondo l’ultimo comma dell’art. 624 del codice penale, quando ricorre tale aggravante, il delitto di furto diventa procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale viene esercitata direttamente dallo Stato, senza la necessità di una querela da parte della persona offesa. Di conseguenza, la doglianza del ricorrente era basata su un presupposto giuridico errato.

Analisi del Secondo Motivo: la Genericità dell’Impugnazione

Il secondo motivo è stato ritenuto “generico per indeterminatezza”. La Corte ha spiegato che il ricorrente non aveva rispettato i requisiti previsti dall’art. 581, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale. In pratica, la critica alla motivazione della sentenza d’appello era stata formulata in modo vago, senza indicare gli elementi specifici su cui si basava la censura. Una motivazione logicamente corretta della Corte d’Appello non può essere contestata con affermazioni generiche. Un ricorso efficace deve consentire al giudice dell’impugnazione di individuare con precisione i punti della decisione che si contestano. In assenza di tale specificità, il motivo diventa inammissibile perché si traduce in una richiesta di riesame dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce due principi fondamentali del diritto processuale penale. In primo luogo, la qualificazione giuridica del reato e delle sue aggravanti determina le condizioni di procedibilità; nel caso del furto aggravato su beni pubblici, si procede sempre d’ufficio. In secondo luogo, un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi generici, che non dialogano criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende serve come monito sull’importanza di redigere impugnazioni precise, pertinenti e fondate su solide argomentazioni giuridiche.

Quando un furto diventa procedibile d’ufficio secondo questa ordinanza?
Un furto diventa procedibile d’ufficio quando sussiste la circostanza aggravante prevista dall’art. 625, n. 7, del codice penale, ovvero quando il fatto è commesso su cose destinate a un pubblico servizio.

Perché un motivo di ricorso in Cassazione può essere considerato generico?
Un motivo è considerato generico quando è privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c), c.p.p., ovvero non indica gli elementi specifici che sono alla base della censura e non consente al giudice di individuare i rilievi mossi alla sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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