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Ricorso inammissibile: fatture false e prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per emissione di fatture per operazioni inesistenti. I giudici hanno respinto tutti i cinque motivi di ricorso, inclusa l’eccezione di prescrizione, chiarendo che il calcolo corretto del termine, maggiorato di un terzo per i reati fiscali, non era ancora maturato alla data della sentenza d’appello. La declaratoria di ricorso inammissibile ha impedito di considerare la prescrizione maturata successivamente.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Fatture False

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1035 del 2025, ha affrontato un caso di emissione di fatture per operazioni inesistenti, confermando la condanna dei giudici di merito e dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di ammissibilità del ricorso in Cassazione e sul corretto calcolo della prescrizione nei reati tributari.

I Fatti del Processo

Un imprenditore veniva condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo l’accusa, l’imputato aveva emesso documenti fiscali fittizi per consentire a terzi di evadere le imposte. La difesa, ritenendo errate le sentenze dei primi due gradi di giudizio, proponeva ricorso per Cassazione.

L’Appello in Cassazione e i Motivi del Ricorrente

La difesa basava il ricorso su cinque distinti motivi, contestando diversi aspetti delle decisioni precedenti:
1. Vizio di motivazione: Si sosteneva l’infondatezza dell’accusa, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo. In particolare, si argomentava che la società beneficiaria delle fatture era un’evasore totale, quindi l’imputato non avrebbe potuto trarre alcun beneficio dall’operazione.
2. Violazione di legge processuale: Veniva contestata la legittimità dell’ordinanza con cui il Tribunale aveva revocato l’ammissione dei testimoni della difesa a causa della loro mancata comparizione.
3. Eccessività della pena: Si lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche e di altri benefici di legge, ritenendo la pena ingiusta e sproporzionata.
4. Violazione del principio ‘oltre ogni ragionevole dubbio’: La difesa riteneva che non fossero stati raccolti elementi sufficienti a suffragare la tesi accusatoria con la necessaria certezza.
5. Estinzione del reato per prescrizione: Si sosteneva che il termine massimo di prescrizione fosse già maturato prima della sentenza d’appello.

Il calcolo della prescrizione: un punto cruciale

Il ricorrente affermava che il reato, commesso il 16 luglio 2014, si sarebbe prescritto il 16 luglio 2023, data anteriore alla sentenza della Corte d’Appello (5 dicembre 2023). Tuttavia, questa tesi non teneva conto delle specifiche disposizioni normative in materia di reati fiscali.

L’inammissibilità del ricorso e le sue conseguenze

La Corte di Cassazione ha analizzato ciascun motivo, giungendo alla conclusione che l’intero ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile. Questa decisione ha avuto un impatto determinante anche sulla questione della prescrizione, come vedremo nelle motivazioni.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni della difesa, basando la sua decisione su principi consolidati della procedura penale.

I primi motivi, relativi alla valutazione delle prove e alla commisurazione della pena, sono stati giudicati inammissibili perché tendevano a una rivalutazione dei fatti, operazione preclusa al giudice di legittimità. La Cassazione non è un terzo grado di merito, ma può solo verificare la corretta applicazione della legge. La Corte ha inoltre sottolineato come i gravi precedenti penali dell’imputato giustificassero ampiamente il diniego delle attenuanti generiche.

Anche il motivo sulla revoca dei testimoni è stato ritenuto infondato. I giudici hanno chiarito che la difesa non aveva dimostrato un interesse concreto all’assunzione delle prove e non aveva citato i testi nei tempi e modi corretti, legittimando la decisione del Tribunale di procedere oltre.

Infine, e con particolare rilevanza, la Corte ha respinto l’eccezione di prescrizione. È stato spiegato che la Corte d’Appello aveva correttamente applicato l’art. 17, comma 1-bis, del D.Lgs. 74/2000, che prevede un aumento di un terzo dei termini di prescrizione per i reati fiscali. Di conseguenza, il termine massimo non era di 7 anni e mezzo, ma di 10 anni (6 anni di base, aumentati di un terzo a 8, più l’aumento massimo per gli atti interruttivi a 10 anni). La prescrizione sarebbe quindi maturata solo il 16 luglio 2024, data successiva alla sentenza impugnata.

Conclusioni: L’Importanza dei Requisiti di Ammissibilità

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: un ricorso inammissibile non instaura un valido rapporto processuale d’impugnazione. Di conseguenza, la Corte non può rilevare e dichiarare le cause di non punibilità, come la prescrizione, maturate dopo la data della sentenza impugnata. In questo caso, sebbene il reato si sarebbe prescritto prima dell’udienza in Cassazione, l’inammissibilità del ricorso ha ‘cristallizzato’ la situazione al momento della decisione d’appello, rendendo definitiva la condanna. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi specifici, pertinenti e fondati su vizi di legittimità, evitando censure generiche o di merito che conducono inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, manifestamente infondati o miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività che non è consentita alla Corte di Cassazione. Quest’ultima può giudicare solo sulla corretta applicazione della legge (vizi di legittimità) e non riesaminare le prove.

Per quale motivo il reato non è stato considerato prescritto?
Il reato non è stato considerato prescritto perché la Corte ha applicato correttamente la normativa speciale per i reati fiscali (art. 17, comma 1-bis, D.Lgs. 74/2000), che aumenta di un terzo i termini di prescrizione. Il termine massimo è passato da 7,5 a 10 anni, non ancora decorsi al momento della sentenza d’appello.

Cosa succede alla prescrizione se il ricorso per cassazione è inammissibile?
Se il ricorso è inammissibile, non si instaura un valido rapporto di impugnazione. Di conseguenza, la Corte di Cassazione non può dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione se questa è maturata in un momento successivo alla data della sentenza impugnata. La condanna, quindi, diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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