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Ricorso inammissibile: fatti diversi e ne bis in idem

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, stabilendo che due reati identici (evasione e violenza a pubblico ufficiale) commessi nello stesso giorno, ma in momenti e contesti differenti (mattina e sera), costituiscono fatti distinti. Di conseguenza, non sussiste violazione del principio del ‘ne bis in idem’. La Corte ha inoltre confermato la congruità della pena inflitta, data la personalità negativa e i precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce il ‘ne bis in idem’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un’interessante questione sul principio del ne bis in idem, ovvero il divieto di essere processati due volte per lo stesso fatto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un imputato, condannato per evasione e violenza a pubblico ufficiale, il quale sosteneva che i fatti fossero identici a quelli di un’altra condanna. La decisione sottolinea come episodi criminali, sebbene identici nel tipo di reato e avvenuti nello stesso giorno, possano costituire fatti giuridicamente distinti se si verificano in contesti temporali e spaziali differenti.

I Fatti del Caso

L’imputato aveva presentato ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello che lo condannava per i reati di evasione e violenza a pubblico ufficiale. Il ricorrente basava la sua difesa su due motivi principali. In primo luogo, invocava la violazione dell’art. 649 del codice di procedura penale, sostenendo che i fatti per cui era stato condannato fossero gli stessi di un’altra sentenza già passata in giudicato. In secondo luogo, lamentava un trattamento sanzionatorio eccessivo e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambe le argomentazioni, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile.

L’infondatezza del “ne bis in idem”

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato infondato. La Corte ha evidenziato che, sebbene i titoli di reato fossero identici (evasione e violenza) e contestati nella stessa data, i fatti erano avvenuti in contesti diversi. Nello specifico, gli episodi della sentenza impugnata si erano verificati al mattino, mentre quelli della sentenza già passata in giudicato erano accaduti in serata. Questa differenza di tempo e contesto è stata ritenuta sufficiente per qualificare i due episodi come fatti distinti, escludendo così l’applicazione del principio del ne bis in idem.

La congruità della pena

Anche il secondo motivo è stato respinto. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse motivato adeguatamente la quantificazione della pena. La decisione era basata sulla personalità negativa del ricorrente, gravato da numerosi e seri precedenti penali. Inoltre, il rigetto della richiesta di attenuanti generiche era stato giustificato in modo congruo, considerando le modalità del fatto, l’intensità del dolo e l’assenza di elementi a favore presentati dalla difesa.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una distinzione cruciale tra “stesso reato” e “stesso fatto”. Il principio del ne bis in idem si applica allo “stesso fatto” nella sua dimensione storico-naturalistica. Due eventi, pur integrando la stessa fattispecie di reato, non costituiscono lo stesso fatto se si collocano in momenti temporali e contesti differenti. Nel caso di specie, un episodio avvenuto al mattino e uno avvenuto alla sera dello stesso giorno sono stati considerati due azioni criminose distinte e separate, ciascuna meritevole di un autonomo giudizio e di una propria sanzione. La valutazione della pena e delle attenuanti, essendo una prerogativa del giudice di merito, è insindacabile in Cassazione se, come in questo caso, è supportata da una motivazione logica e coerente con le risultanze processuali.

Le Conclusioni

La pronuncia ribadisce un principio fondamentale in materia di procedura penale: per invocare il ne bis in idem non è sufficiente l’identità del titolo di reato, ma è necessaria l’identità del fatto storico. Questa ordinanza offre un chiaro monito sulla necessità di analizzare nel dettaglio il contesto spazio-temporale di ogni condotta illecita. La decisione conferma inoltre che la valutazione della personalità dell’imputato e dei suoi precedenti penali gioca un ruolo determinante nella commisurazione della pena e nella concessione delle attenuanti, e che una motivazione adeguata su questi punti rende la sentenza di merito difficilmente censurabile in sede di legittimità.

Due reati identici commessi nello stesso giorno sono considerati lo stesso fatto ai fini del ‘ne bis in idem’?
No. Secondo la Corte, se i reati avvengono in contesti di tempo e di luogo differenti (ad esempio, uno al mattino e uno alla sera), sono considerati fatti distinti e possono essere perseguiti separatamente senza violare il principio del ‘ne bis in idem’.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché entrambi i motivi presentati sono stati ritenuti manifestamente infondati. La Corte ha stabilito che non vi era violazione del ‘ne bis in idem’ e che la pena inflitta era stata adeguatamente motivata dalla corte territoriale.

Come ha giustificato la Corte il rigetto delle attenuanti generiche?
La Corte ha ritenuto adeguata la motivazione del giudice di merito, che ha negato le attenuanti generiche valorizzando le modalità del fatto, l’intensità del dolo, i numerosi precedenti penali del ricorrente e l’assenza di elementi a favore allegati dalla difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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