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Ricorso inammissibile: evasione e attenuanti

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. Il ricorso è stato ritenuto una mera riproposizione di censure già respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha confermato la valutazione sulla gravità del fatto, escludendo la causa di non punibilità per particolare tenuità e le attenuanti generiche, data la distanza dall’abitazione e la compagnia di un soggetto noto alle forze dell’ordine.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna per Evasione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato dalla Corte di Cassazione. Il caso riguarda un individuo condannato per il reato di evasione che ha tentato di contestare la decisione della Corte d’Appello. Analizzeremo perché i suoi motivi di ricorso non hanno superato il vaglio di ammissibilità, fornendo spunti importanti sulla valutazione della gravità del reato e sulla concessione delle attenuanti.

I Fatti del Caso

L’imputato, sottoposto a una misura restrittiva presso la propria abitazione, aveva ottenuto un’autorizzazione per presenziare a un’udienza. Tuttavia, oltre due ore dopo la conclusione della stessa, veniva rintracciato dalle forze dell’ordine in una zona lontana e incompatibile con il tragitto di rientro, in compagnia di un soggetto già noto per motivi giudiziari. La Corte d’Appello di Firenze confermava la sua responsabilità per il reato di evasione. Contro questa sentenza, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali: la violazione di legge, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

Analisi della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, dichiarandolo integralmente inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa dei presupposti richiesti per accedere al giudizio di legittimità.

Rigetto della Causa di Non Punibilità (Art. 131-bis c.p.)

Il ricorrente sosteneva che il suo comportamento dovesse essere considerato di scarsa rilevanza, invocando l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale. La Cassazione ha ritenuto questo motivo infondato, confermando la valutazione della Corte d’Appello. I giudici hanno sottolineato che l’offensività del fatto non era affatto scarsa. Elementi come il considerevole lasso di tempo trascorso dalla fine dell’udienza, la notevole distanza dal domicilio e la compagnia di una persona con precedenti giudiziari dimostravano una chiara volontà di sottrarsi al controllo e un’apprezzata gravità della condotta.

La Negazione delle Attenuanti Generiche

Anche il terzo motivo, relativo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, è stato respinto. La Corte ha evidenziato come il Collegio di merito avesse correttamente motivato la sua decisione, sottolineando l’assenza di elementi positivi da valorizzare a favore dell’imputato. Il ricorrente, dal canto suo, non aveva addotto efficacemente alcun fattore che potesse giustificare una riduzione della pena. La decisione di non concedere le attenuanti è stata quindi ritenuta logica e adeguatamente motivata.

Le Motivazioni della Decisione

La ragione principale della declaratoria di inammissibilità risiede nel fatto che i motivi proposti erano meramente riproduttivi di censure già adeguatamente analizzate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare il merito dei fatti, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. In questo caso, la Corte d’Appello aveva fornito una confutazione puntuale e coerente a tutte le doglianze dell’imputato. L’apprezzata offensività dell’evasione, alla luce delle specifiche circostanze, escludeva correttamente sia la non punibilità per tenuità del fatto sia la concessione di benefici come le attenuanti generiche. Pertanto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione conferma un principio fondamentale del processo penale: un ricorso non può essere una semplice riproposizione di argomenti già sconfessati nel grado precedente senza addurre nuove e specifiche critiche alla sentenza impugnata. La decisione sottolinea inoltre che la valutazione della gravità di un’evasione dipende da un’analisi complessiva delle circostanze concrete, che in questo caso deponevano per una significativa offensività del comportamento. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproduzione di censure già esaminate e respinte in modo adeguato dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuove e valide argomentazioni giuridiche.

Per quale motivo non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La causa di non punibilità non è stata applicata perché la Corte ha ritenuto che il reato avesse un’apprezzata offensività. Ciò è stato desunto da elementi concreti come la notevole distanza dall’abitazione, il tempo trascorso dall’udienza (oltre due ore) e la frequentazione di un soggetto noto alle forze dell’ordine.

Perché non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche?
Le circostanze attenuanti generiche non sono state concesse perché il Collegio di merito non ha riscontrato elementi positivi da valorizzare a favore del ricorrente, e quest’ultimo non è riuscito a fornire argomenti efficaci per giustificarne il riconoscimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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